Il presidente della IV Municipalita’ di Messina, Matteo Grasso, si autosospende dal Partito Democratico. Il motivo? “Il rammarico per non essere stato inserito nella rosa di nomi inviati dalla direzione provinciale del Partito Democratico a Roma per rivestire incarichi nazionali nelle liste di Camera e Senato. Faccio da sempre parte del Partito Democratico, sono stato l’unico eletto ad una carica apicale nelle ultime amministrative, con il voto di 6800 messinesi. E nessuno del Partito ha pensato minimamente di tenermi in considerazione. Questa è l’ennesima dimostrazione di quanto il Partito Democratico sia distante dal territorio e sia diventato autoreferenziale. Mi autosospendo dal Partito Democratico per protesta verso questa scelta e mi prenderò un periodo per riflettere sul mio futuro”.
Pronta la replica del partito per bocca del coordinatore Armando Hyerace: “Sono costretto ad esprimere tutto il profondo stupore e incredulità dell’intero Circolo per la dichiarata “autosospensione” del presidente Grasso dal Partito Democratico, specie perché le ragioni addotte, visto il tenore e la tempistica, rischiano di apparire una scusa da parte di chi ha solo fretta di organizzarsi con altre forze politiche in vista dei prossimi appuntamenti elettorali.
Del resto, per la prima volta, le candidature da proporre a Camera e Senato sono state discusse negli organismi di Partito e non decise a tavolino “nelle segrete stanze”: la famosa “lista” di cui parla il presidente Grasso è stata discussa ed approvata in una direzione provinciale di partito molto partecipata ed alla quale il presidente Grasso avrebbe potuto presenziare, avanzando magari tutte le sue perplessità o le sue proposte. Mi preme, inoltre, evidenziare che i nomi proposti sono espressione del territorio, di chi si è sempre speso nelle istituzioni ed anche per il Partito.
Infine, appare quantomeno singolare che a lamentare di non esser stato “tenuto in considerazione” dal Partito, sia proprio chi da quello stesso Partito è stato chiamato a ricoprire il ruolo di presidente della Quarta Circoscrizione cittadina, in rappresentanza non solo del partito ma dell’intera coalizione. Un ruolo tutt’altro che marginale, andrebbe ricordato al presidente Grasso, i cui 6800 voti, sbandierati come successo personale, sono per il 98% la somma di tutti i voti espressi in favore dei singoli candidati di tutta la coalizione alla carica di consigliere.
Sono, pertanto, convinto che si tratti davvero di una “pausa di riflessione” del presidente Grasso e spero che, dopo lo scadente spettacolo in salsa “buonocoriana” del mese scorso, il partito non debba invece fare i conti con l’ennesimo (e repentino) cambio di casacca. Sarebbe, altrimenti, la conferma che qualcosa alle ultime amministrative, proprio nella scelta delle candidature, non ha funzionato e chi ne è stato fautore e promotore dovrà assumersene pienamente e pubblicamente la responsabilità”.
Spiace apprendere dalle dichiarazioni del presidente Grasso, che quel PD e i tanti amici, che prima e durante la sua candidatura, lo hanno sostenuto sul territorio e tra gli elettori, sia diventato improvvisamente “autoreferenziale” peraltro proprio quando, per la prima volta nella storia del PD messinese, le candidature alle politiche sono state proposte dopo ampio confronto e approvate all’unanimità dalla direzione provinciale, in una riunione molto partecipata – aggiunge il segretario provinciale Nino Bartolotta -. Spero, che questo periodo di sospensione lo aiuti a riflettere bene sul suo futuro politico e, perché no, anche sul “peso delle parole”.