MESSINA – “Dal 2015 il Comune di Messina può fare solo spese obbligatorie per legge perché non aveva definito i debiti fuori bilancio. Con l’approvazione del consuntivo 2019, entro febbraio 2020, chiederemo alla Corte dei Conti di eliminare questa limitazione”. Il sindaco Cateno De Luca analizza la situazione contabile partendo dal passato per arrivare ad oggi.
“A settembre 2018 ho fatto la ricognizione dei residui, c’erano 100 milioni in 7mila capitoli, e l’ex giunta mi ha criticato. La verità è che si erano fatti prendere in giro dai dirigenti, c’erano residui mai utilizzati che Accorinti probabilmente neanche conosceva. 28 milioni sono già stati messi a sistema, altri si libereranno, così abbiamo potuto ricapitalizzare Amam, aumentare il contributo per Atm e fare tanti piccoli lavori in città”.
“Abbiamo recuperato quasi 5 milioni sui costi del personale”. Come? “Tagliando un fondino da 900mila euro illegittimamente costituito da dieci anni per i precari, infatti nessuno ha protestato. Poi un altro fondino da 200mila euro per la polizia municipale, poi 700mila euro di progetto obiettivo che ogni dirigente faceva da sé. Il fondo dei dirigenti scenderà da 2,1 milioni a 700mila euro e alcuni dovranno restituire somme importanti percepite illegittimamente negli ultimi dieci anni. Abbiamo tagliato 3,7 milioni di indennità di risultato che non poteva essere data dal 2010 al 2017, poi opereremo sulle indennità di posizione e dovremmo recuperare circa 1 milione e mezzo. Si è approfittato dell’ingenuità del sindaco precedente per liquidare queste somme, tutto legittimato dall’ex segretario generale. La mia segretaria generale, invece, certifica che erano somme illegittime. Se i dirigenti la pensano diversamente possono fare ricorso. Per il presente, il nostro obiettivo era avanzo di amministrazione zero e verrà preso in considerazione ai fini della liquidazione dell’indennità di risultato ai dirigenti”.
Il sindaco se la prende con una decina di consiglieri, “alcuni spesso assenti, altri fuori all’atto del voto, che fanno andare di mezzo l’intera istituzione. Stiamo facendo le statistiche sulla presenza dei consiglieri a inizio seduta e all’atto del voto. Così non si può andare avanti, faremo la nostra proposta e vedremo. O ci mettono in condizione di amministrare o ce ne andiamo a casa. E’ una cosa che vale a prescindere da me, con qualsiasi amministrazione. Non abbiamo portato in Consiglio delibere diverse da ciò che era stato stabilito dal Salva Messina e avevamo detto che l’unica alternativa era il default. Non voglio altri scontri, non voglio che qualcuno possa dire che gli atti si approvino sotto mia minaccia”.
L’approvazione del bilancio di previsione 2020-22 “consentirà all’ente di acquisire la Città del Ragazzo e l’area delle Torri Morandi”. “La Città del Ragazzo – conclude il sindaco – deve essere pubblica. E’ in corso una trattativa avviata, abbiamo reperito le risorse e possiamo pensare di realizzare, in una parte dei 5 ettari, il centro socio assistenziale ‘Dopo di noi’. Nell’altra parte potrebbe esserci il palagiustizia, idea suggerita dall’Associazione dei giovani avvocati, rispetto all’ipotesi farlocca dell’area dell’ospedale militare. Ma teniamo in piedi anche la posizione sul parcheggio di via La Farina. Se in tempi brevi non si chiude la questione rinunceremo al finanziamento da 18 milioni, entro dieci giorni è programmato un incontro risolutorio”.
(Marco Ipsale)