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Messina inquinata, lo scarico nel mare di Contemplazione

MESSINA – Ha colpito molto i lettori il caso del mare inquinato a Contemplazione e del sequestro degli impianti di un locale. C’è chi ricorda le denunce fatte negli anni. La lentezza dei controlli. Oggi la necessità è di fare verifiche puntuali per evitare davvero che si possa scaricare sul mare, inquinare e attentare alla salute di tutti. Sarà banale ma siamo ancora imprigionati alla banalità del bene: pulire, bonificare, sanare e risanare. In primis, occorre rimediare alle abitudini di alcuni cittadini. Bisogna convincere tutti, e sanzionare quando è necessario, che un altro modo di vivere è possibile.

Di conseguenza, le analisi dell’Asp, che hanno individuato enterococchi ed escherichia coli oltre i limiti, rappresentano un’occasione preziosa per fare chiarezza. Se passiamo a inquinamenti ben più gravi, come quello della zona falcata, ci rendiamo conto di quanto Messina e lo Stretto siano un patrimonio da salvaguardare affidandosi, sempre, all’importanza delle verifiche sul campo.

Solo così la città potrà davvero ripartire. Discariche, rifiuti a cielo aperto, scarichi a mare, inquinamento e contaminazioni sono una malattia sociale ma il rimedio c’è. Ed è quello d’applicare la legge e proporre un altro modello di sviluppo, che non sporca e non fa scempio delle nostre bellezze. Siamo ancora in tempo a invertire la rotta. Sarà banale ma qui siamo ancora all’abc.