MESSINA- “Più case popolari, più residenze universitarie, meno leggi fasciste. Anche quest’anno, si svolgerà a Messina la giornata Sfratti zero – vuoti zero contro l’incedere degli sfratti e contro l’abbandono e il degrado del patrimonio immobiliare pubblico e privato”. In occasione della giornata, Unione inquilini, Sunia (Sindacato degli inquilini) e Udu (Unione degli studenti) organizzano questo mercoledì 23 ottobre, dalle 10.00, un flash mob davanti alla Casa dello studente, chiusa da 15 anni.
Scrivono gli organizzatori: “Si intende denunciare l’assenza di politiche abitative da parte del governo, l’incedere degli sfratti, la condizione di sofferenza abitativa di centinaia di migliaia di famiglie e la difficoltà di migliaia di studenti fuori sede che nella nostra città non riescono a trovare un posto letto a prezzi accessibili. La Casa dello studente chiusa da anni rappresenta quel “vuoto materiale” che assieme ad altri immobili pubblici e privati possono e devono essere riutilizzati e ristrutturati per svolgere la propria funzione sociale”.
Aggiunge l’Unione inquilini: “Gli ultimi dati sugli sfratti ci consegnano un quadro tristemente in linea con gli anni precedenti. In Italia sono 39.373 i provvedimenti di sfratto emessi nel corso del 2023, con 73.809 richieste di esecuzione e 21.345 sfratti eseguiti. In Sicilia registriamo 4905 richieste di esecuzione mentre nella provincia di Messina sono 167 i provvedimenti di sfratti emessi, 209 le richieste di esecuzione e 89 gli sfratti eseguiti con l’ausilio della forza pubblica (11% in più rispetto all’anno precedente). Un trend, in provincia di Messina, tutto sommato in linea con il 2022, ma che ci preoccupa considerati l’inflazione crescente e l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità (aumentati del 12% rispetto al 2022)”.
Proseguono i promotori: “La mutazione del reddito di cittadinanza in Adi, Assegno d’inclusione, la mancanza di prospettive occupazionali dignitose e durature nel Paese e l’assenza di un vero Welfare abitativo stanno aggravando il processo già in atto di grave sofferenza abitativa. Servono politiche strutturali sulla casa piuttosto che leggi fortemente repressive, sanzionatorie e profondamente antisociali come il Ddl 1236 (Decreto sicurezza) contro il quale si terrà un corteo a Messina sabato 26 ottobre alle ore 17”.
Mette in evidenza sempre l’Unione inquilini: “Nel 2023 erano in condizione di povertà assoluta poco più di 2,2 milioni di famiglie (8,4% sul totale delle famiglie residenti), valore stabile rispetto al 2022 (5,7milioni di cittadini). L’Istat afferma che nel 2023 superano abbondantemente quota 1 milione le famiglie in affitto in povertà assoluta: su questo incidono l’inflazione, il lavoro povero, l’assenza di offerta pubblica di alloggi a canone sociale e l’irresponsabile azzeramento dei fondi contributi affitto e morosità incolpevole tagliati dal governo Meloni. Se ci riferiamo solo alle famiglie con presenza di minori, Istat afferma che le famiglie in povertà assoluta e in affitto erano, nel 2022, il 27,1% delle famiglie in povertà e nel 2023 sono diventate il 31%”.
E ancora: “A fronte di un aumento significativo di famiglie in povertà assoluta in affitto che vedono la presenza di minori, quale idea di Stato sociale ha questo governo? Dovremmo credere ad una narrazione fatta di mera propaganda come il Piano casa? Quest’anno continuiamo a denunciare nell’ambito della campagna Vuoti zero, lanciata in questi mesi dal Social Forum dell’Abitare, la presenza di immobili abbandonati nel nostro territorio che si riutilizzerebbero con pianificazione e investimenti. Gli alloggi privati sfitti sono ad esempio circa 20 mila (il 15% delle case totali) e sono il prodotto di anni di cementificazione selvaggia e di un saldo migratorio e naturale negativi (siamo una città sempre più anziana)”.
Evidenziano ancora gli organizzatori: “La Casa dello studente è un immobile destinato alla residenzialità studentesca ma abbandonato da almeno 15 anni. In una fase in cui la precarietà abitativa colpisce centinaia di migliaia di famiglie, studiare fuori dalla propria città è diventata una impresa titanica. A Messina studiare da fuori sede, con un aumento del 7% rispetto al 2022 dei costi delle camere, è diventato un lusso”.
“Ci sono circa 300 posti letto pubblici a fronte di migliaia di studenti fuori sede. Strutture come la Casa dello studente sono in ristrutturazione da decenni e il costo medio per una stanza singola risulta essere di 265 euro. Vivere e studiare nella stessa città è ormai un privilegio riservato a chi ha le risorse economiche necessarie. È una questione che portiamo all’attenzione regolarmente, chiedendo maggiori investimenti, regolamentazioni adeguate e azioni concrete. Tuttavia, il ministro Salvini ignora costantemente le esigenze degli studenti, senza prendere iniziative nemmeno in ambito fiscale, preferendo i condoni agli interventi strutturali”.
“Mentre l’Università di Messina scala la classifica Anvur (Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca) grazie all’iscrizione di tanti studenti stranieri e fuori sede, diventando di fatto un polo attrattivo per l’istruzione superiore, allo stesso tempo viene di fatto negata una dignitosa accoglienza a questi studenti che con fatica riescono ad ottenere le varie agevolazioni previste dall’Ateneo (borse di studio, accesso alla mensa con riduzioni in base alla fascia di reddito). E con ancora più difficoltà accedono alle graduatorie di assegnazione degli alloggi, che ad oggi risultano decisamente insufficienti rispetto all’attuale richiesta”.
Viene in messo in rilievo dall’Udu, con il sostegno di Sunia e Unione inquilini: “I fondi del Pnrr sono stati utilizzati dall’attuale governo solo per alloggi privati o per sovvenzionare posti letto già esistenti, mentre è necessario promuovere interventi strutturali per fronteggiare la grave carenza di posti letto nelle strutture pubbliche. Il bando promulgato, secondo il decreto 4 del Piano nazionale per la ripresa e la resilienza, è stato, a livello nazionale, disertato dagli enti pubblici (solo 4 sono stati disposti a gestire posti letto). Pertanto, la disponibilità totale è cresciuta appena dell’8%. Questa mobilitazione segna il primo passo per la costituzione anche a Messina del Social Forum per il diritto all’abitare”.