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Messina, la “Giornata della Ristorazione” celebra l’ospitalità

MESSINA – La “Giornata della Ristorazione” avrà luogo a Messina il 18 maggio, come nel resto d’Italia. L’iniziativa nazionale, organizzata in città dalla Fipe Confcommercio, nasce per valorizzare e rafforzare i valori ed il ruolo della ristorazione e della gastronomia italiana. Un evento che si ripete con cadenza annuale e che celebra un tema fondamentale: l’ospitalità. La giornata rappresenta infatti prima di tutto una fondamentale occasione sociale per rifondare il senso di comunità del Paese e promuovere il turismo e le tradizioni culinarie locali.

Oltre 50 i locali che parteciperanno a Messina e provincia alla giornata delle ristorazione, alcuni di loro difatti si occuperanno di far rivivere alcune tradizioni messinesi: il ristorante ‘Fellini’ a piazza Duomo e il ristorante ‘Il Siciliano’ in via Garibaldi cucineranno Pesce stocco alla Ghiotta messinese; la ‘Piazzetta’ ristorante in via Lepanto e ‘Mashpremi Bistrot’ a piazza Cairoli  prepareranno i classici involtini di carne alla messinese; ‘la Trattoria del marinaio’ a Galati Marina proporrà la classica calamarata dolce mare dello stretto con Spada e pachino; infine il ristorante ‘Piero’ in via Ghibellina realizzerà involtini di spada alla ghiotta messinese.

La Giornata della Ristorazione 2024

L’evento vuole riunire sotto il comune denominatore del valore dell’ospitalità chef e ristoratori a tutti i livelli e ristoranti, trattorie, osterie, pizzerie, taverne e bar saranno gli attori protagonisti. “L’ospitalità – spiega la professoressa Giuseppa Di Bella, ordinario di Chimica degli alimenti e vice coordinatrice del Corso di Laurea in Scienze Gastronomiche dell’Università di Messina – può essere declinata anche come attenzione verso la salute del cliente. Ecco che diventa importante curare la qualità e la sicurezza delle pietanze somministrate e degli ingredienti utilizzati, nel rispetto del territorio. Tutto ciò coincide con l’importanza dell’informazione e della consapevolezza del ristoratore e del cliente. Il ristoratore ospitale deve essere necessariamente anche informato o comunque supportato nel suo lavoro da figure competenti che possano sfatare le fakes presenti nel web. Un ruolo fondamentale può essere svolto in tal senso dai giovani laureati in Scienze Gastronomiche del Corso di Laurea offerto dal Dipartimento Biomorf di Messina.

“Non è semplicemente un servizio – spiega Carmelo Picciotto, presidente Fipe Confcommercio di Messina – è un’arte, una filosofia che immerge il cliente in un ambiente dove si sente valorizzato, accudito e compreso. In un mondo dove l’offerta gastronomica abbonda, l’ospitalità diventa il distintivo, il sigillo di eccellenza che fa la differenza. È l’ospitalità che trasforma un pasto in un’esperienza memorabile, che fa sì che un cliente non solo ritorni, ma diventi un ambasciatore entusiasta del ristorante. Ignorarne l’importanza è un errore fatale: è il calore umano, l’attenzione ai dettagli, l’ascolto attivo delle esigenze del cliente che fidelizzano e elevano un’attività ristorativa. Ricordiamoci sempre: un piatto può essere dimenticato, ma la sensazione di essere stati trattati con cura e rispetto rimane impressa nel cuore del cliente”.

Picciotto, Fipe Confcommercio: “Recuperiamo le tradizioni”

“Il recupero delle tradizioni culinarie – conclude Picciotto – e la promozione del turismo attraverso queste, rappresenta un capitolo fondamentale nel processo di preservazione e valorizzazione del patrimonio culturale e storico delle comunità cittadine. Questo processo nasce dalla consapevolezza che le tradizioni sono un elemento chiave dell’identità collettiva, un ponte tra il passato e il presente che permette alle nuove generazioni di comprendere le proprie radici e valori. In un’epoca caratterizzata da rapidi cambiamenti sociali e dalla globalizzazione, il rischio di perdita di queste pratiche culinarie e culturali è elevato, rendendo imperativo un impegno attivo per il loro recupero. Attraverso iniziative come festival, mostre, laboratori didattici e pubblicazioni, le comunità possono riscoprire e rivivere le proprie tradizioni, dall’artigianato alla cucina, dalle feste popolari ai dialetti, rafforzando il senso di appartenenza e contribuendo alla conservazione di un patrimonio unico e insostituibile. Questo processo non solo arricchisce la vita culturale delle città, ma promuove anche un turismo sostenibile, incentivando la conoscenza e il rispetto delle diverse identità culturali”.