MESSINA – Non è sempre colpa dei disservizi di Poste Italiane. A volte la posta in città non arriva per una precisa scelta dei responsabili del centro postale primario di distribuzione di via Olimpia.
Quattro di loro sono stati sospesi per quattro mesi perché ritenuti responsabili dei reati di interruzione di pubblico servizio e truffa aggravata.
La Squadra Mobile ha iniziato le sue indagini nel 2016, sequestrando parte della corrispondenza da destinare al macero o da restituire al mittente, nonostante i destinatari risultassero normalmente rintracciabili all’indirizzo indicato.
Gli indagati omettevano volontariamente il recapito, giustificandosi, mediante la compilazione del modello 24B, con la non rintracciabilità dei destinatari. Ma dalla compilazione della corrispondenza si desumeva che in realtà era consentita l’esatta individuazione dei destinatari e la regolare consegna della posta.
L’obiettivo era quello di procurare a sé stessi un ingiusto profitto – consistente nell’indebito conseguimento di premi economici di produzione e di incentivazione operativa – in virtù del solo apparente “smaltimento” della corrispondenza che, invece, non veniva recapitata ma destinata al macero.