Numerose barche abbandonate e semidistrutte invadono la spiaggia del Ringo, in viale della Libertà di fronte all’omonima chiesa e al lungomare Belfiore. Alcune di esse sono diventate ricettacolo di rifiuti. A corredo di questo scempio, scheletri di carrelli arrugginiti ormai inservibili piuttosto pericolosi per l’incolumità pubblica. Una piccola imbarcazione galleggia addirittura nelle acque di scolo del torrente San Licandro, forse spinta lì dal mare in qualche giorno di tempesta.
Insomma uno spettacolo indecoroso e offensivo per questo incantevole tratto di litorale. Un vero dono della Natura che può essere considerato il simbolo di ciò che potrebbe significare la piena restituzione del mare ai messinesi. Situata vicino agli imbarcaderi della Caronte la spiaggia del Ringo è bagnata da un mare caraibico. Gli abitanti del luogo devono solo attraversare la strada per fare il bagno o prendere il sole. È un grande piacere di cui noi messinesi potremmo e dovremmo godere lungo tutti i nostri oltre 50 chilometri di costa. Ma al Ringo questa opportunità assume una connotazione particolare perché la spiaggia si trova in un’area densamente popolata a ridosso del centro urbano. Insomma il mare in città che oggi, assurdamente, siamo costretti a sognare e ieri era una realtà vissuta.
L’architetto Clara Stella Vicari Aversa ha ben spiegato in un articolo sul nostro giornale cosa potrebbe significare per la nostra qualità della vita e per un’ipotesi di sviluppo turistico la riapertura dell’affaccio a mare in tutta la città e la piena restituzione alla fruizione balneare del nostro esteso waterfront urbano. La spiaggia del Ringo potrebbe essere protagonista di questa svolta. Quando saranno dismessi, speriamo presto, gli imbarcaderi privati uno scenario del genere sarà a portata di mano, basta volerlo. Già adesso, però, si può pregustare questo privilegio nel tratto compreso tra gli approdi e la parte di spiaggia che fronteggia un’altra grande occasione perduta, l’ex Ospedale Regina Margherita. Un paradiso in centro purtroppo trasformato, come dicevamo, in un cimitero di imbarcazioni di vario tipo, abbandonate e inutilizzabili per la navigazione e, soprattutto, senza alcuna indicazione che consenta di risalire ai proprietari.
A queste barche se ne aggiungono diverse altre in condizioni di prendere il mare. Alcune sono dotate correttamente di targa, diverse altre ne sono del tutto prive.
Sono passati già due anni da quando l’assessore Musolino si lanciò in una giusta battaglia contro l’occupazione irregolare delle nostre spiagge da parte di barche, carrelli, verricelli e trattori di ogni tipo. Si giunse così all’istituzione del Registro comunale dei natanti, al quale tutti i proprietari avrebbero dovuto iscrivere le loro barche. In questo modo si sarebbe potuto quantificare il fabbisogno di aree da destinare al rimessaggio regolamentato. Per quel che riguarda, invece, le carcasse di barche e i vecchi e arrugginiti carrelli abbandonati, ne sarebbe stata programmata la rimozione ma l’operazione è andata avanti solo in alcune zone della città, mentre per altre la pratica è ferma in uno dei nostri “solerti” uffici comunali.
La zona del Ringo, nello specifico, ad oggi è ancora di competenza dell’Autorità Portuale. Il nostro reportage fotografico dimostra che, almeno qui, i risultati sul fronte della regolarizzazione del rimessaggio barche non sembrano affatto soddisfacenti.
“I proprietari delle barche, sia quelle utilizzate sia quelle abbandonate – ci ha detto il presidente dell’Autorità Portuale, Mario Mega, – non pagano oneri di concessione e non sono da noi autorizzati. Il lungomare è da tempo oggetto di una pratica di concessione al Comune di Messina, che si concluderà nelle prossime settimane. Ma ci hanno detto che sono interessati anche alla spiaggia, che concederemo con atto successivo. In vista di ciò, non sono stati più programmati interventi di rimozione delle barche, anche perché ci risulta che il Comune intenda fare una riqualificazione complessiva”.
“La concessione in itinere – specifica l’assessore Dafne Musolino – riguarda solo il lungomare del Ringo, non la spiaggia sottostante. L’avevamo chiesta ma ancora non ci è stata data, quindi al momento la competenza è ancora dell’Autorità Portuale e noi non possiamo intervenire. Tempo fa avevamo tentato un’azione congiunta con Polizia municipale e Capitaneria di Porto ma l’Autorità Portuale non ha portato avanti la proposta”.
In attesa che venga definita, speriamo nel modo più utile. la procedura di concessione, il risultato di questo palleggio di responsabilità è sotto gli occhi di tutti e non è per nulla edificante.