MESSINA – “Abbiamo lavorato tutta la domenica e stanotte ho rivisto ciò che abbiamo fatto ieri. Ora riprenderemo, siamo a buon punto e il nostro obiettivo è quello di replicare rigo per rigo a ciò che ha scritto la Corte dei Conti”. Il sindaco Cateno De Luca prosegue il proprio percorso di preparazione all’8 febbraio, data in cui si terrà il confronto sul Piano di riequilibrio e sul “Salva Messina” per cui ha ritirato (e ripresentato il giorno dopo) le dimissioni. “Stiamo qui a difendere, e fa parte della continuità amministrativa, le criticità messe in bella vista del triennio dal 2016 al 2018. Questo ovviamente porta a un approccio abbastanza drammatico – sottolinea De Luca – perché comunque il Piano di riequilibrio, al di là della revisione del 23 novembre 2018, è partito nel 2014 per la Corte dei Conti”.
“Il nostro curriculum – continua il sindaco – da questo punto di vista sono le dinamiche dal 2014 al 2018. Dinamiche sulle quali, per una questione temporale, quest’amministrazione non ha inciso”. Capitolo partecipate. De Luca spiega: “Si conferma la misura del Salva Messina, cioè la messa in liquidazione di ciò che rappresentava il Pozzo di San Patrizio del Comune. Per fare un esempio: Atm in liquidazione. La Corte ha sintetizzato il divieto di soccorso finanziario ad enti già falliti e senza bilanci. Ha chiesto di sapere come mai sono proseguiti i rapporti finanziari con questi enti. Ho dovuto spiegare perché avevo da un lato trasferimenti all’azienda in liquidazione e dall’altro quelli all’Atm Spa. Sto spiegando alla Corte che non potevo spegnere il trasporto pubblico da un momento all’altro, nella fase in cui dovevo fare il transito”.
Dove sono le difficoltà? Lo spiega sempre il sindaco: “Per me sarebbe stato più facile impostare un piano di riequilibrio di sana pianta, prendendomi la paternità nel bene e nel male, non inserirmi in qualcosa di già esplicitato”. E poi, dopo l’audizione, arriverà il momento delle dimissioni. Cateno De Luca sarà sindaco, davvero, fino al 14 febbraio? Lui dice di sì e ancora una volta parla di elezioni a maggio. “Le dimissioni – spiega – non me la he chieste nessuno se non un Consiglio comunale che va a ruota libera per i fatti suoi. Non posso permettere che la città sia per un anno e qualche mese paralizzata. Un esempio? Sarebbe stato importante per me presentarmi alla Corte dei Conti con il bilancio di previsione approvato, come successo negli anni scorsi. Quando non c’è più senso di responsabilità e non si distingue la guerriglia politica da quelli che sono gli interessi della comunità non c’è niente da prendere. Se mi troverò di fronte al fallimento del Salva Messina mi prendo la responsabilità: si va ad elezioni comunque, potete scriverlo a caratteri cubitali, si voterà a maggio. Resta la variante: se il piano sarà bocciato, De Luca si prende la responsabilità e si ripresenta alla comunità messinese. Saranno i messinesi a decidere se ero in buona fede”.
“Non sono preoccupato – conclude De Luca – sono concentrato perché nell’ambito di queste pagine ogni rigo è un rilievo o un’accusa. Bisogna avere la concentrazione di non lasciare nulla senza una risposta. Perché quello potrebbe diventare la maglia entro la quale si arriva ad un giudizio non positivo”.