Le foto d’archivio in bianco e nero della gente che spala fango e detriti dalle strade rappresentano ancora oggi un monito a non sottovalutare i danni che il torrente Larderia, uno dei corsi d’acqua che attraversa Messina, potrebbe provocare in caso di piena. Era il 1954 quando una devastante esondazione cancellò quasi del tutto il villaggio di Tremestieri. Da allora, nel tempo, solo allarmi rientrati per fortuna senza particolari conseguenze ma che presto, grazie all’intervento della Struttura contro il dissesto idrogeologico, guidata dal governatore siciliano Nello Musumeci, sarà possibile risolvere definitivamente.
A progettare la messa in sicurezza dei quasi sette chilometri del percorso che il fiume compie per raggiungere il mare, nei pressi del nuovo imbarcadero della città dello Stretto, sarà il Raggruppamento temporaneo di professionisti che fa capo allo studio D’Arrigo e che si è aggiudicato l’incarico per un importo di 235 mila euro. Quello consumato dagli uffici di piazza Ignazio Florio, diretti da Maurizio Croce, rappresenta un passaggio fondamentale dell’iter che porterà prossimamente alla realizzazione delle opere.
Si tratterà di lavori di rinforzo, sopralzo e completamento dei muri d’argine, in modo da assicurare solidità alle sponde. Dovrà essere, inoltre, bonificato e rimodellato l’alveo, ripristinando tutte quelle sezioni di deflusso che oggi risultano ostruite e, dunque, inadeguate nel caso in cui la portata raggiunga picchi elevati. Ciò consentirà di proteggere da potenziali allagamenti anche gli svincoli stradali della strada statale 114, che si trovano a ridosso del Larderia, e il tratto a monte del ponte sulla provinciale 39.