cronaca

Messina, l’odissea di un padre per vedere la figlia. L’appello: “Aiutatemi a riabbracciarla”

Messina – Una guerra senza esclusione di colpi con l’ex compagna è diventata una vera e propria odissea per un 53enne. L’uomo però non si è mai arreso: ha sempre cercato di restare accanto alla figlia e difenderla dai tentativi della madre di separarli per sempre, a costo di prendersi denunce e processi.

Oggi la sua odissea è forse finita. Il giudice monocratico di Messina Torre lo ha assolto “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di stalking nei confronti della ex compagna. L’accusa aveva chiesto per lui la condanna a 2 anni ma il giudice, ascoltato il difensore l’avvocato Pietro Fusca (nella foto), lo ha scagionato: non era stalking.

Un padre senza diritti

La sentenza è soltanto la punta dell’iceberg di una storia incredibile che comincia nel 2019 ma tristemente comune, tra le famiglie separate. Storie che vedono protagonisti padri ai quali viene negato il diritto alla genitorialità.

avv. Pietro Fusca

L’uomo di 53 anni ora assolto è stato allontanato dalla figlia anni fa, dopo la separazione dalla compagna. Lui ora vive in nord Italia e già la distanza è il primo ostacolo che deve affrontare. In più la donna anni fa lo aveva denunciato una prima volta per violenza, poi per abusi nei confronti della donna. In entrambi i casi i giudici lo hanno scagionato da tutte le accuse, che si sono rivelate infondate e costruite “ad arte” dalla madre della bambina.

Quell’abbraccio negato

I processi gli sono però costati la perdita della potestà genitoriale e per oltre un anno e mezzo l’uomo non ha potuto neppure parlare con la figlia, che oggi ha 9 anni. Poi il Tribunale dei minori gli ha restituito la patria potestà ma nel frattempo è arrivato il processo per stalking. L’ex compagna lo accusava di telefonargli in continuazione. Ma erano le chiamate, ha dimostrato l’avvocato Fusca, che l’uomo effettuava per sentire la figlia, autorizzato dal Tribunale dei minori. Telefonate alla quale la donna non ha mai risposto.

Il disperato appello

Oggi la bambina è in una casa famiglia di Messina e dice di non voler incontrare il padre, che di fatto non vede da quando aveva 3 anni. Il 53enne non si arrende ancora e qualche giorno fa si è reso protagonista di un gesto eclatante, scrivendo e disegnando su alcuni alberi il messaggio d’affetto per la figlia davanti alla casa famiglia dove lei abita. L’uomo lancia un appello a chi può aiutarlo: “Non voglio perderla, voglio ricostruire il mio rapporto con lei”.