cronaca

Messina. Matricida al confronto col giudice: “Ho ucciso mia madre”

Messina – Sono ore serrate di confronto in Questura quelle seguite alla scoperta del matricidio di Messina Giosuè Fogliani, arrestato in flagranza per l’omicidio della madre Caterina Pappalardo. L’uomo, accompagnato da un difensore d’ufficio, è sotto il torchio degli investigatori che stanno cercando di capire cosa ha scatenato la furia omicida.

Sulla dinamica generale non ci sono infatti dubbi: quando gli agenti sono intervenuti al terzo piano dell’abitazione di via Cesare Battisti, il pianerottolo fuori dall’appartamento grondava di sangue ed è stato lo stesso Fogliani ad aprire loro la porta, ammettendo il delitto. A terra nel corridoio, in una pozza di sangue, c’era il corpo senza vita della madre, martirizzato da decine di coltellate. Il primissimo esame ne indicava almeno 15, ma già ad una seconda ispezione della Scientifica è emerso che i colpi inferti dal ragazzo alla madre sono molti di più. Sarà l’autopsia a dire di più. L’esame medico legale sarà affidato domattina dal magistrato titolare del caso ed eseguito probabilmente nella stessa giornata.

Scientifica sulla scena del crimine

Intanto è stato sequestrato il coltello utilizzato dal ragazzo (compirà 27 anni a breve), per aggredire la madre. Si tratta di un’arma bianca di tipo militare, una grossa lama dentata lunga 18 centimetri, affidata alla Scientifica per gli esami del caso. Sequestrata anche la bomboletta di spray al peperoncino che secondo gli investigatori è servita al figlio per stordire la donna.

Il corpo della madre martirizzato

Le tracce di sangue trovate si muovono lungo diverse stanze della casa e il corpo della vittima è stato ritrovato poco lontano dalla porta di ingresso. Per questo, pensano gli investigatori, la madre potrebbe aver tentato la fuga ma è stata stordita e finita dalla furia del figlio.

Investigatori a caccia di un movente

Al vaglio il movente del delitto. I vicini che hanno avvisato il 112 sono stati allertati dalle urla violente provenienti dall’appartamento di famiglia e i primi testimoni hanno raccontato di precedenti aspri diverbi tra madre e figlio. Il padre ingegnere è morto qualche anno fa mentre l’altra figlia della donna risiede fuori città. I due erano rimasti soli anche se ultimamente, indicano i primi accertamenti, non vivevano più insieme.

Chi era la vittima

Caterina Pappalardo, insegnante in pensione, era la nipote di Giovanni Rappazzo, il messinese considerato inventore del cinema sonoro. Dopo la vedovanza era rimasta una donna attiva e spronava il figlio ad esserlo. I vicini e chi la frequentava parlano di una donna riservata e religiosa che non aveva mai fatto cenno dei dissidi col ragazzo, noti però ai condomini per via delle urla già udite provenire dallo stesso appartamento. Anche il figlio per i vicini aveva qualche problema, tanto da far pensare a un disturbo di personalità. Saranno le indagini della Squadra Mobile a fare luce sul movente.