Messina – Salgono a cinque le morti che la Procura di Messina sta vagliando in parallelo, nel caso dei decessi sospetti al Papardo per le quali si sospetta l’azione di un batterio. Ma se la presenza del batterio è una delle ipotesi al vaglio, le sostitute procuratrici Anna Maria Arena e Alice Parialò non stanno trascurando alcun altro aspetto e oggi l’indagine entrerà nel vivo, spostandosi sull’esame delle strumentazioni adoperate per gli interventi delle cinque persone morte tra metà settembre e fine ottobre scorso.
Le due titolari del fascicolo si sono affidate all’ingegnere Antonietta Perrone dell’Università Federico II di Napoli, che avrà il compito di analizzare le valvole mitraliche adoperate dall’ospedale nei cinque casi al vaglio. L’incarico sarà conferito stamane all’esperta, che potrà analizzare ogni altro dispositivo e svolgere gli accertamenti che riterrà utile per capire in che stato sono le valvole, se e quanto hanno influito sugli esiti tragici.
Donatella Canfora, Vincenzo Ragusa, Maria Dora Biondo, Gaetano Tommaso Bombaci e Nunzio Bonfiglio erano stati infatti tutti ricoverati al Papardo per la sostituzione di una valvola mitralica.
“Questo è il primo incarico conferito a norma -dichiara l’avvocato Diego Lanza, che assiste i familiari di due vittime – mentre nel caso del primo accertamento non siamo stati correttamente avvisati, come parti offese”. Gli altri familiari sono assistiti dagli avvocati Marilena Randazzo, Giuseppe Giacoppo e Massimiliano Fabio.
Il primo accertamento in questione è il campionamento effettuato in sala operatoria, in corridoio e nel reparto di cardiochirurgia, alla ricerca appunto del presunto batterio sospetto da analizzare. I campioni sono stati affidati per l’analisi ad un laboratorio specializzato di Catania. La Procura si avvale di un pool di consulenti composto dall’infettivologo Dino Mondello, la medico legale Daniela Sapienza e il cardiologo Gianluca Di Bella. Tre gli indagati per omicidio colposo al Papardo, assistiti dagli avvocati Salvatore Silvestro, Mariella Ottanà, Giuseppe Ventura Spagnolo e Nunzio Rosso.
Al momento l’inchiesta riguarda l’esito tragico del ricovero di cinque persone, ma i casi già segnalati sono di più e l’ispezione, nel frattempo disposta dalla Regione, annovererà anche i precedenti.