I radicali di Messina intervengono nel dibattito sulla realizzazione dell’Hot spot a Messina.In un documento, Saro Visicaro sollecita il sindaco e il Consiglio Comunale, “a riappropriarsi delle loro specificità. Esattamente quelle del loro mandato e previste dal sistema democratico, dall’autodeterminazione e dall’autonomia amministrativa riconosciute dalla Costituzione Italiana”.
“I cittadini – continua Visicaro – devono avere diritto e possibilità di conoscere e decidere. Ad oggi questa possibilità è stata negata e manipolata attraverso la mancanza di ogni coinvolgimento e di ogni possibilità di confronto ed espressione”.
Per i radicali “la presunta “confusione” sul caso Hot spot a Messina non è certo frutto del caso. Le notizie nebbiose e parziali hanno prodotto, settimana dopo settimana, l’indifferenza e l’inerzia necessarie per tentare di arrivare in modo indolore alla accettazione e condivisione di un progetto folle.
Fuori dai luoghi comuni e dalla retorica ideologica di gruppi e gruppetti sarebbe invece indispensabile trovare una sintesi tra il “possibile e il doveroso”.
“C’è da chiedersi, preliminarmente, come possa essere possibile e ragionevole realizzare, in tempi brevi, dentro una caserma una struttura sufficiente a contenere circa tremila persone. Minori non accompagnati, donne, uomini di età e provenienze diverse tra di loro. Struttura non certamente in grado di rispettare i livelli minimi di diritti della persona.
Si intende infatti realizzare, in termini numerici, una città dentro la città. Per capirci – continua il documento – la struttura ipotizzata è paragonabile, in termini numerici e per numero di abitanti, a un comune della grandezza di Letojanni, Falcone, S. Angelo di Brolo o S. Piero Patti. Insomma il centonovesimo comune della ex Provincia di Messina. Con la evidente differenza che, rispetto al numero delle persone ospitate, non corrisponderebbero un’adeguata superficie, spazi, servizi e strutture ricettive accettabili.
Si riprodurrebbero così le carenze degli Hot spot di Pozzallo o Trapani. Nascerebbero inaccettabili promiscuità, carenze igieniche, mense insufficienti, assenza di spazi sociali. I minori non accompagnati sarebbero costretti a soggiornare per lunghi periodi assieme agli adulti. Anche a Messina si avrebbero le medesime problematiche già riscontrate dalla Commissione Nazionale d’inchiesta nel sistema di accoglienza diffuso in Italia”.
Secondo Visicaro è necessaria “da parte del sindaco, in quanto rappresentante e responsabile dell’intera comunità, un’azione immediata e risoluta nei confronti di tutte le istituzioni (locali, regionali e nazionali) per impedire che venga realizzata una struttura contro e fuori da ogni legalità e contro ogni logica che assicuri “la vita del diritto e il diritto alla vita”. I doveri di cittadinanza lo impongono cosi come la lotta alle mostruose schiavitù”.