“Come volevasi dimostrare, sono trascorsi pochissimi giorni ed è stata palesemente smascherata la indecente narrazione secondo la quale gli “ex pazienti” del Centro Nemo avrebbero ricevuto le medesime cure, attenzioni e terapie da parte del Policlinico di Messina. Purtroppo, la dolorosa vicenda occorsa ieri al piccolo Peter, parcheggiato con la sua mamma per oltre quattro ore e alla fine ritornato a casa senza ricevere alcuna assistenza, urla vendetta e scuote pesantemente le coscienze di tutti i cittadini. E’ indecente assistere a questo copione che, come noto, era ampiamente previsto. Nella vicenda del Centro Nemo le pesanti responsabilità del presidente Musumeci, dell’assessore Razza, del commissario del Policlinico di Messina Bonaccorsi e del rettore dell’Università Cuzzocrea sono sotto gli occhi di tutti e non necessitano ulteriori commenti”.
Così Ivan Tripodi, segretario generale Uil Messina, e Giuseppe Calapai, segretario generale Uil Fpl.
“Emerge, al contrario, la grande professionalità dei lavoratori del Centro Nemo che per oltre otto anni hanno offerto assistenza ai circa 5.000 “loro” pazienti affetti da malattie neuromuscolari (sla, sma, distrofie). In questo quadro, alla luce degli ultimi eventi e dell’ulteriore rinvio dell’approvazione, da parte della giunta regionale, del progetto di sperimentazione gestionale dell’Irccs Neurolesi di Messina, appare necessario rilanciare con forza la vertenza del Centro Nemo. Noi non ci arrendiamo: venerdì 9 luglio alle ore 10 abbiamo organizzato una manifestazione a Palermo, presso la Presidenza della Regione Siciliana (Palazzo d’Orleans), finalizzata a tutelare i pazienti , le loro famiglie e i lavoratori del Centro Nemo e per rilanciare questa grave emergenza sanitaria e sociale che sta svergognando tutti i protagonisti della chiusura della suddetta struttura sanitaria d’eccellenza” – concludono Tripodi e Calapai.