MESSINA – L’incidente di mercoledì sera è solo l’ultimo episodio. Al centro delle indagini della polizia municipale, riguardo allo scontro fra i due mezzi al bivio per Santa Lucia sopra Contesse, l’ipotesi di una mancata precedenza. Eliseo Scarcella, 56 anni, figura nota nello sport messinese e maestro d’arti marziali, è solo l’ultimo motociclista che muore a Messina. Sia nel suo caso, sulla statale 114, sia il 24 settembre in via Garibaldi, all’incrocio con via san Giovanni di Malta, tra villa Mazzini e la Prefettura (nella foto), l’impatto fatale è stato tra moto e auto. In quest’ultima vicenda ha perso la vita il parrucchiere 44enne Massimiliano Costa.
Ma gli incidenti fra motociclette e macchine sono una costante. E sempre nel mercoledì tragico messinese, intorno alle 10.30, in via Catania, all’altezza di Palazzo Palano, una motoape e un ciclomotore si sono scontrati. Il conducente del mezzo a due ruote è ricoverato in prognosi riservata al Policlinico e le sue condizioni sono stazionarie. La sezione infortunistica, con l’ispettore Giovanni Arizzi, si è occupata di sei incidenti mercoledì.
Stamattina, intorno alle 9, un nuovo incidente in via Taormina. Ancora uno scontro moto-auto e il giovane scooterista è stato trasportato in ospedale al Policlinico. Una dinamica quasi quotidiana, insomma.
Negli ultimi tre mesi, quattro gli incidenti mortali, a Messina, che vedono soccombere i motociclisti. Da non dimenticare lo schianto mortale per il 27enne Francesco Warna Kulasuriya Costa. Con la sua Yamaha X Max, nella notte del 26 ottobre, è andato a sbattere contro il muro di cinta dello stadio “Celeste”.
Pochi giorni fa, invece, la sera del 18 novembre, è morto un uomo di 55 anni, Giuseppe Ingemi, che era alla guida della sua Harley Davidson in via Garibaldi, vicino al semaforo e alla fontana del Nettuno. E ora i familiari cercano testimoni per chiarire i dubbi sulla dinamica dell’incidente.
Ci sono sicuramente degli aspetti da rivedere nella viabilità e il manto stradale in molte zone richiede una seria revisione. A questo si aggiunga la necessità di limitare o eliminare i comportamenti rischiosi e di rispettare le norme di sicurezza, mentre il nuovo Codice della strada è legge. Troppi morti, a livello nazionale, ce lo ricordano.
Scrive un lettore: “Velocità eccessiva, nessun rispetto del Codice della strada, distrazione alla guida per uso soprattutto dei telefoni cellulari ma anche di alcool e droghe. Messina è diventata una città dove ognuno crede di poter fare ciò che vuole”. Al di là delle ultime situazioni, su cui le indagini sono in corso, questi comportamenti mettono in pericolo ogni giorno ognuno di noi. E rendono spesso le strade messinesi, e non solo, piene d’insidie.
Le infrazioni vedono come pessimi protagonisti sia tanti motociclisti, e alcuni pensano di poter fare di tutto sulle due ruote, sia molti automobilisti, ovviamente. La repressione non basta, anche se è utile. Serve, sin dalle nuove generazioni, una nuova cultura dell’educazione stradale.