MESSINA – Con l’estate alle porte, tiene banco l’emergenza idrica. Un problema grave che affligge non solo Messina, ma tutta la Sicilia e gran parte d’Italia, e che rischia di condizionare la quotidianità dei cittadini anche in spiaggia. L’esempio è legato al piano spiagge, di cui ha parlato l’assessore Francesco Caminiti durante la sesta commissione consiliare, presieduta da Giuseppe Busà. Tra le novità, infatti, ci sarà la riduzione delle docce in spiaggia. Si passerà dalle 80 dello scorso anno ad appena 13, per evitare gli sprechi nell’erogazione. E potrebbero essere ridotte ulteriormente dopo le riunioni delle prossime ore.
Caminiti ha spiegati: “Abbiamo confermato il piano del 2023 con come uniche variazioni il posizionamento delle docce. Vista l’emergenza idrica in Sicilia e a Messina abbiamo deciso di ridurre le docce e saranno solo 13, al netto delle riunioni di questi giorni sull’emergenza. Sulla pulizia Messina Servizi lavora da settimane e sta posizionando anche i cestini. Al Ringo abbiamo ampliato lo spazio concesso dall’autorità portuale e sono state rimosse le imbarcazioni, ma abbiamo trovato una vera discarica e Messina Servizi ha dovuto provvedere alla bonifica dell’area. Sono confermate i bagnini a Santa Margherita e a Faro e stiamo lavorando per inserirli anche al Ringo, ma non si trova personale sul territorio. Ci proveremo fino alla fine. Le pedane per l’accesso al mare per le persone con disabilità rispetto al 2023 ce ne sono 3 nuove, una sarà a Paradiso e una a Sant’Agata. Hanno presentato regolare richiesta alcune famiglie che abitano in quelle zone”.
Poi si è parlato di Torre Faro e della rimozione dei “corpi morti”, cioè barche abbandonate e altre strutture che impedivano l’accesso. Dopo la domanda specifica del consigliere del Pd Alessandro Russo, Caminiti ha spiegato: “La capitaneria di porto ha rimosso tutti questi corpi, ma non i natanti. Dopo l’intervento abbiamo fatto riunioni con pescatori e residenti per capire quali fossero le problematiche e come risolvere. Il problema nasce da un censimento fatto negli anni precedenti, nel 2019, in cui si parlava di 47 natanti di Torre Faro. È stata dimensionata un’area superiore ai 47 ma inferiore a questi pseudo 500 che oggi dicono di possedere un natante. Così abbiamo riaperto il censimento. Una notizia importante è questa: bisogna censire per poter modificare le aree destinate e renderle utili per tutti i natanti censiti. Abbiamo avviato l’iter per ottenere delle aree per il rimessaggio. Non appena avremo ottenuto il numero dal censimento faremo una richiesta al demanio per avere l’incremento e risolvere. È una problematica che stiamo cercando di risolvere. I pescatori in regola non superano le 10 unità, il problema sono i diportisti. Questa risoluzione avrà uno strascico reale. I cittadini abituati ad avere le barche sotto casa si dovranno spostare, ma è l’unica soluzione che possiamo offrire a norma di legge e capisco che ci saranno proteste. Ma parliamo della sicurezza di tutti. Il percorso sarà sostenibile”.
E sul tema si è parlato anche del Ringo: “La problematica va risolta e migliorata grazie al censimento. Il natante avrà un codice identificativo e sapremo di chi. Se nessuno si censisce la barca sarà lì e interverremo”.