MESSINA – “Per testimoniare come le annuali potature siano state eseguite su alberature con minima percentuale di rischio tralasciando quelle con evidenti anomalie statiche pubblico le fotografie di uno dei tanti esemplari che necessitavano di interventi cesorei mirati, in particolare l’albero insistente in pieno centro città tra Corso Cavour e la via XXIV Maggio”. A pronunciare queste parole di allarme è l’agrotecnico Saverio Tignino che in passato si è occupato della cura dell’alberata comunale in seguito all’emergenza schianti del 2018.
L’esperto vuol far sapere a chi di competenza che è sempre meglio prevenire che curare e ci tiene a sottolineare come abbia rinunciato volontariamente ad un secondo incarico da parte dell’Amministrazione dimissionaria.
“Essere riusciti a contenere l’emergenza – spiega Tignino, che ha informato il commissario Leonardo Santoro – determinata dalla continua caduta di alberi grazie alle potature messe in atto negli anni scorsi non giustifica la brusca interruzione della programmazione precedentemente concordata”.
“Nell’ambito di una valida programmazione delle potature annuali, alberi come questo (immagine in evidenza) dovevano essere i primi sui quali intervenire con potature specifiche per prevenire il rischio del loro improvviso schianto in strade intensamente trafficate.
Non avanzo ipotesi circa le motivazioni che hanno determinato la sottovalutazione di una problematica conosciuta ed evidente ma, personalmente, non mi spiego – dice Saverio Tignino – per quale motivo o secondo quali criteri si è preferito dare priorità alla potatura di alberi con problematiche statiche contenute (se non assenti) tralasciando di proseguire quanto fatto sui soggetti arborei che evidenziano situazioni di instabilità conosciute evidenti e conclamate.
In questa maniera si incrementano i rischi per la cittadinanza in quanto le alberature, continuando a crescere, aumenteranno le visibili problematiche statiche rendendo concreto il ripresentarsi dell’Emergenza Alberi esistente prima del luglio 2018″.
“Invece le potature – passa all’attacco Tignino – sono state eseguite su alberature che non evidenziavano tali problematiche anche se la conosciuta, oggettiva e facilmente percepibile precaria stabilità di diversi alberi avrebbe imposto di impegnare le somme destinate alle potature proprio su questi esemplari non ricompresi tra i lavori eseguiti.
Ritengo che si tratti di una scelta sicuramente criticabile dal punto di vista tecnico e in considerazione delle responsabilità verso la cittadinanza. Infatti, essendo conosciute ed evidenti le problematiche statiche di questi alberi ed essendo in possesso delle somme utili ad evitare rischi per la popolazione, omettere specifici interventi di potatura potrebbe configurare una responsabilità precisa in caso di danni a persone e cose determinati da improvviso schianto di questi esemplari.
Ancora oggi l’alberata urbana necessita di interventi cesorei specifici su particolari esemplari distribuiti in piena città in continuità con quanto messo in opera fino ad un anno addietro; purtroppo sembra di assistere ad interventi “random” probabilmente determinati da segnalazioni o altre esigenze estranee all’effettiva condizione dell’alberata ed al rischio che deve essere controllato”.
“L’esemplare presenta evidenti sintomi di problematiche statiche quali il rialzo del terreno attorno la zona del colletto, le radici strozzanti, evidenti costolature lungo il tronco, corteccia estroflessa, chioma eccentrica, branche codominanti, deficit di accrescimento.
Anticipando possibili tagli frettolosi e sicuramente peggiorativi rispetto una situazione già compromessa, concludo precisando che non è necessario abbattere il pino in fotografia e che la spalcatura (taglio dei palchi di rami inferiori) aumenterebbe l’evidente instabile equilibrio dell’albero poiché lo spingerebbe a crescere in altezza sbilanciandolo ancor di più”.