“La mancanza di attenzione da parte delle istituzioni cittadine verso i villaggi della zona nord è uno degli elementi principali che ha determinato la scelta di proporre un referendum per la nascita di un nuovo Comune. Ma riteniamo che non sia questa la strada migliore per ottenere quello che si deve per diritto”.
Lo dice il vicesegretario di Dc Nuova, Pippo Previti.
“Se si ottenesse quello che si chiede con il referendum ben presto le contraddizioni, le difficoltà, le varie criticità – quelle che in grande soffre la città di Messina – si presenterebbero puntualmente anche per l’ipotetico Comune. La nuova amministrazione che uscirà dalle urne del 12 giugno deve dare obbligatoriamente quelle risposte attese da decenni. E l’istituzione di una o due nuove Circoscrizioni sarebbe un primo segnale che va, ovviamente, accompagnato dall’improcrastinabile trasferimento di vere deleghe, non solo le funzioni anagrafiche, ma la possibilità che tutte le Municipalità possano intervenire in materia di verde, arredo urbano, lavori pubblici, mercati rionali, attività culturali, viabilità di quartiere ecc.”.
“Ad oggi abbiamo assistito allo stesso errore che fa lo Stato e, soprattutto, la nostra Regione con i Comuni, non trasferendo competenze e risorse che ancora oggi restano di loro competenza. Dai piani regolatori all’erogazione dei buoni libro, tanto per citarne qualcuno. Pertanto pur condividendo lo sforzo organizzativo e di partecipazione democratica del comitato organizzatore e le ragioni di fondo che stanno alla base delle loro motivazioni, non riteniamo percorribile la strada del referendum e quindi della scissione dal Comune di Messina che geograficamente e storicamente è un tutt’uno”.