Mentre la Sicilia con ogni probabilità si appresta a tornare zona arancione (dopo due settimane in rosso), per Messina si profila una proroga della zona ultrarossa voluta da De Luca (e che è iniziata anche una settimana prima rispetto al resto dell’isola). L’ordinanza infatti scade il 29 gennaio (domani), ma De Luca su facebook ha annunciato di volerla intanto prorogare fino a mercoledì ma non esclude di lasciare la città ultrarossa ancora (o di stabilire aperture graduali).
La notizia ha incontrato lo stop delle associazioni datoriali già piegate da quasi un mese di restrizioni e chiusure. Così Confesercenti, Confcommercio, Confartigianato, C.L.A.A.I. e Confimprese Italia di Messina respingono fermamente l’ ipotesi della proroga.
“Riteniamo inaccettabile questa soluzione e auspichiamo che il primo cittadino torni sui suoi passi. Tre settimane di zona rossa hanno letteralmente sfinito le imprese- scrivono le sigle– e il ventilato prolungamento delle limitazioni appare non solo profondamente ingiusto, ma anche inopportuno, considerato che la Sicilia già da domani potrebbe essere inserita dal Ministero della Salute in fascia arancione”.
Oltre ai danni che colpiscono anche quelle attività dell’allegato 23 che possono restare aperti in zona rossa perché beni essenziali ma non nella zona voluta da De Luca, si aggiunge il fatto che ormai c’è chi, trovando a Messina saracinesche abbassate si sta spostando nei comuni limitrofi, sia nella zona tirrenica che in quella jonica. Per non parlare dei danni subiti da chi ha chiuso battenti ma vede avvantaggiarsi ad esempio quei supermercati che comunque vendono il prodotto in questione.
“ Stiamo assistendo inoltre ad una evitabile perdita di avviamento commerciale da parte delle attività di Messina, la cui clientela storica si rivolge, per gli acquisti, alle attività della stessa categoria operanti nei comuni limitrofi, circostanza questa che ha ulteriormente avvilito le imprese. Il profondo senso di ingiustizia che serpeggia tra gli imprenditori, che si sentono abbandonati per via della mancata attribuzione di ristori adeguati e al tempo stesso penalizzati da continue restrizioni, rischia di far diventare la situazione esplosiva e non più gestibile”.
Gli imprenditori e gli esercenti ricordano che pochi giorni fa, durante un confronto con la prefetta Maria Carmela Librizzi, sia stata evidenziata l’esasperazione delle imprese, un contesto tale che rischia di compromettere la coesione sociale a danno dell’intera comunità.
“Chiediamo pertanto al Sindaco di non emanare ulteriori provvedimenti restrittivi e di attenersi a quelle che saranno le disposizioni messe in atto dal Governo Nazionale e dalla Regione. Auspichiamo infine- concludono le associazioni di categoria- un confronto immediato con il Sindaco per rappresentare, le difficoltà che oggi vivono le imprese della nostra città”.