Il via libera dal Consiglio comunale arriva con i voti dell'opposizione. Invece i quattro del Gruppo Misto, che sostengono il sindaco, si astengono
“Per i debiti fino a mille euro non si procede alle azioni esecutive prima di 120 giorni dall’invio, mediante posta ordinaria o pec, di una comunicazione contenente il dettaglio del debito”.
E’ su quest’emendamento al regolamento di regolarità tributaria, presentato dal consigliere Nino Interdonato (Sicilia Futura), che si è giocato ieri lo scontro tra la maggioranza del Consiglio comunale, che l’ha approvato, e i quattro del Gruppo Misto, che si sono astenuti.
“Dovrebbero sapere – dicono Nello Pergolizzi, Serena Giannetto, Francesco Cipolla e Alessandro De Leo – che le procedure esecutive sono provvedimenti giudiziari emessi dai Tribunali ordinari e non rientrano nella sfera degli atti amministrativi di competenza del Comune; infatti il segretario generale ha dichiarato il testo dell’emendamento ‘inapplicabile’ perché contra legem. Ecco perché ci siamo astenuti dal votare un Regolamento al quale sono stati presentati 36 emendamenti, la maggior parte dei quali dal collega Interdonato, di cui ben 18 dichiarati inammissibili e che avrebbero stravolto il testo originario del Regolamento. Presenteremo una proposta di delibera per cassare l’emendamento proposto da Interdonato, che ha indotto in errore l’intero Consiglio, il quale ha approvato un testo inapplicabile che potrebbe causare fraintendimenti tra i contribuenti e presso gli uffici competenti”.
La risposta di Nino Interdonato non si è fatta attendere: “L’emendamento di cui parlano i consiglieri vicini al sindaco De Luca (ma perché non fanno un gruppo?) ha avuto parere di regolarità tecnica favorevole, contabile favorevole, del Collegio dei revisori dei conti favorevole. Starà poi agli uffici applicarne i contenuti. I 18 emendamenti non sono inammissibili, ma non applicabili al testo, in quanto, avendo previsto varie soglie di tolleranza, nello specifico da 1.000 a 10.000 euro, dovevano prevedere la coerenza testuale. I capigruppo hanno scelto la soglia di 1.000 euro, poi approvata dal Consiglio, e quindi gli altri emendamenti decadono automaticamente. Gli emendamenti cosiddetti inammissibili sono quelli presentanti dall’Amministrazione di cui sono paladini i quattro consiglieri, in quanto firmati da un assessore non proponente la delibera, secondo quanto stabilito da un regolamento consiliare voluto dalla stessa Amministrazione. Il vero dato politico di questa seduta è che il gruppo consiliare di riferimento del sindaco non voti a favore le delibere dallo stesso proposto e si nasconda dietro il tanto vituperato voto di astensione”.
E’ un dato politico anche secondo i consiglieri del Pd: “Il gruppo a sostegno del sindaco De Luca non ha voluto seguire la scelta di alleviare il disagio economico per cittadini e imprese della città, nonostante le innumerevoli chiacchiere da loro più volte diffuse. Il sindaco De Luca continua a non avere un sostegno politico in aula, privo di una maggioranza che possa sostenerne gli atti e, per fortuna della città, con un Consiglio che ogni volta che mette mano alle delibere proposte dalla sua giunta, le corregge, le modifica, le ridisegna a favore dei cittadini, dimostrando ancora una volta come questi atti arrivino in Consiglio in maniera affrettata, raffazzonata e precaria. Il lavoro del Consiglio comunale, per chi voglia uscire per un attimo dal calembour immaginifico che De Luca propala sui suoi canali social, dimostra di essere determinante per correggere e modificare in chiave di favore della città le delibere che l’amministrazione propone. Questi i fatti, non le canzonette di chi amministra”.
Sulla stessa linea i consiglieri 5 Stelle: «Pur soddisfatti per il risultato ottenuto, non possiamo tacere sul comportamento dei consiglieri del Gruppo Misto presenti in Aula che, nonostante le rassicurazioni del segretario generale in merito a presunte violazioni di legge, hanno votato sfavorevolmente una delibera di estrema importanza per le sorti della città. Per di più, mettendo a repentaglio l’esito della seduta, si sono avvalsi dell’uso dell’astensione: una modalità di voto, prevista comunque dal testo unico degli Enti locali, che in passato è stata più volte criticata, con i toni e i modi che gli sono propri, dallo stesso sindaco Cateno De Luca. Si tratta, a nostro avviso, di un comportamento estremamente contraddittorio, ma evidentemente esistono due pesi e due misure», concludono.
L’ ASTENSIONE è da CODARDI…..non la tollero neanche nelle riunioni condominiali perché è la cosa più FACILE e IPOCRITA per non prendere POSIZIONE…. I cosiddetti NEUTRI DI COMODO……quanto vale non presentarsi ….. questo sì che è GETTONE SPRECATO😡😍😤