I lavori dovevano durare sei mesi, sono durati quattro anni e un mese. Il Pronto Soccorso del Policlinico di Messina riaprirà venerdì 31 gennaio 2025, nel rinnovato Padiglione E.
Ci saranno il presidente della Regione, Renato Schifani, il direttore generale del Policlinico, Giorgio Santonocito, il sindaco Federico Basile, la rettrice di Unime, Giovanna Spatari, e l’assessora regionale alla salute, Daniela Faraoni.
“L’imminente inaugurazione del nuovo pronto soccorso generale – scrive il Nursind – che si estende su una superficie di duemila metri quadrati, rappresenta l’ultimo di una serie di ampliamenti strutturali che, secondo quanto riportato dai rappresentanti sindacali territoriali, non trovano corrispondenza in un proporzionale incremento del personale sanitario. Infatti non riusciamo a capire e a vedere assunzioni di personale infermieristico e di supporto per locali che necessitano un significativo incremento del personale, che a quanto pare ancora non è stato previsto”.
Il segretario provinciale del Nursind, Ivan Alonge, e il segretario aziendale Massimo Latella, spiegano anche che “il personale di supporto si trova frequentemente a dover operare su più unità operative, con evidenti ripercussioni sulla gestione dei servizi assistenziali. Stimiamo una carenza di circa un centinaio di operatori sociosanitari che sono figure essenziali per le mansioni domestico-alberghiere, che invece così ricadono sugli infermieri che subiscono dunque costantemente fenomeni di demansionamento”.
Il Nursind pone inoltre l’accento sui problemi logistici che potrebbero emergere con l’attivazione della nuova struttura di emergenza-urgenza, in particolare per quanto concerne la viabilità e la disponibilità di parcheggi nell’area ospedaliera, “un problema questo atavico e mai risolto purtroppo”.
A fronte di tali criticità, il Nursind chiede “l’attivazione immediata delle procedure di reclutamento necessarie a garantire standard assistenziali adeguati al volume di attività della struttura sanitaria oppure si chiudano i reparti se non si possono garantire neanche i livelli minimi assistenziali, visto che gli operatori continuano a fare i miracoli”.