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Messina. Riqualificazione del Pilone, il Comune tenta la carta Terna

Un lido balneare al basamento, ristorazione, intrattenimento, sport acquatici, svago e tempo libero. A dieci metri sul livello del mare una piazza circolare che guarda allo Stretto e in alto verso la sommità. Poi anche un museo e un ascensore, con la possibilità di salire per ammirare Messina e lo Stretto dall’alto.

Il progetto preliminare di riqualificazione del Pilone di Capo Peloro risale al 2012 ma non ha avuto seguito. Nel 2020 la giunta De Luca ha “riesumato” l’idea, lanciando una nuova manifestazione d’interesse, anche questa fallita. “E’ stata ritirata – ha detto in Consiglio comunale l’assessore Salvatore Mondello, interrogato dal consigliere Libero Gioveni – perché andava rimodulata secondo le osservazioni di Anac. So che l’assessore Caminiti ha riorganizzato tutto secondo le nuove direttive e dovrebbe riproporla”.

Ma il Comune di Messina ora tenta anche un’altra carta. In corso i lavori per l’interramento dell’elettrodotto Terna, sono previste anche opere compensative. “Tra queste – dice Mondello – ho chiesto anche la riqualificazione del Pilone di Torre Faro ma rientrerebbe solo nel caso in cui si potesse fare per intero, non avrebbe senso un’incompiuta”.

Una risposta che non ha soddisfatto il consigliere Nino Interdonato che, insieme al gruppo di Sicilia Futura, nello scorso giugno aveva sollecitato una delibera schema di convenzione per la concessione in gestione. “E’ paradossale che da anni non si riesca a fare un bando – dice -, se adeguatamente sfruttato il Pilone potrebbe essere un forte attrattore turistico”.

Ma Mondello ribatte che bisogna ancora fare i conti con la burocrazia. “La proprietà del Pilone non è ancora chiarita. Agli atti del Comune c’è la proprietà del basamento ma nulla si dice sull’elevato. Ne abbiamo parlato più volte col Demanio Marittimo ma è difficile dipanare la matassa. In queste condizioni non è facile programmare interventi”.