Una panchina rotta, come ce ne sono altre in città. Di particolare c’è il luogo, il lungolago di Ganzirri, che dovrebbe essere uno dei punti turistici di Messina. La passeggiata, almeno, è in condizioni decenti, migliori rispetto al passato, grazie a interventi di pulizia saltuaria, a volte anche dei volontari, che la rendono piacevole.
Ma quella panchina rotta è sempre lì. Ed è il simbolo della gestione della cosa pubblica che non funziona a Messina. I grandi problemi sono altri ma una bella città la si riconosce anche dalle piccole cose, dalla cura del territorio. E’ normale che una panchina rotta resti in bella vista senza che nessuno faccia nulla? Non si pretende che si aggiusti, sarebbe troppa grazia, ma almeno che venga rimossa.
L’avevamo segnalato qualche mese fa e la situazione non è cambiata. A poca distanza, altri residui di panchine e poi un tombino rotto, segnalato da una vecchia sedia piazzata lì per non farci finire qualcuno dentro.
Forse occorre sperare nel decentramento, nella possibilità che le Municipalità possano intervenire con fondi propri. Perché se da Palazzo Zanca nessuno ha visto quella panchina e quel tombino, è impossibile che non abbiano visto dalla sede della Municipalità, che si trova a pochissima distanza.
“Bisognava dare priorità ai conti” – ha scritto il sindaco Federico Basile nella sua relazione di inizio mandato pubblicata a settembre.
La scorsa settimana Basile e l’assessore Massimiliano Minutoli hanno incontrato i consiglieri dell’ufficio di presidenza delle sei municipalità “per continuare il percorso finalizzato al decentramento”. Un percorso che, però, non ha una data di fine.
Nel frattempo, la vogliamo togliere quella panchina e vogliamo aggiustare quel tombino o è troppo complicato?