L’ultima immagine del Festival nella serata dell’ex Irrera a mare è quella del direttore artistico Giovanni Mazzarino sul palco, pronto a scherzare con i componenti dell’Orchestra Jazz del Mediterraneo, intento a raccontare un aneddoto, un episodio personale: il pubblico gradisce ed applaude a più riprese, la sensazione è quella di un senso di famiglia, di comunità nel mondo del jazz; una scommessa vinta, questa seconda edizione del Messina Sea Jazz Festival, con tanti ragazzi impegnati nelle jam session pomeridiane al Sottovento o in quelle notturne alla Marina del Nettuno, un passaggio generazionale testimoniato anche dal corposo numero di allievi che ha frequentato le Master Class di Villa Pace e le esibizioni dei big nazionali ed internazionali nel quartiere fieristico. Prima della conclusione ufficiale di martedì 22 con il concerto in Fiera di Fabio Concato e Fabrizio Bosso, gli organizzatori possono già trarre un bilancio della manifestazione, positivo fino ad oggi almeno per due elementi: la riuscita e feconda collaborazione con l’Università di Messina e l’atmosfera di festa che ha contrassegnato la kermesse sin dal prologo al Rettorato.
Protagoniste di ieri alcune tra le più interessanti realtà jazzistiche nazionali, due progetti profondamente diversi che hanno restituito al pubblico accorso l’idea di completezza e rigore con cui si è proceduto nelle scelte artistiche del Festival: apre Dino Rubino, in questa occasione impegnato al pianoforte (il musicista originario di Biancavilla è infatti altrettanto famoso come trombettista) e accompagnato da Giuseppe Mirabella alla chitarra, Nello Toscano al contrabbasso ed Emanuele Primavera alla batteria, con un concerto particolarmente sofisticato, contraddistinto da alcune composizioni legate al jazz americano degli anni ’50 riviste in chiave moderna; entusiasmante il progetto della cantante Maria Pia De Vito e del pianista gallese Huw Warren, un sodalizio collaudato già da diversi anni a cui si è aggiunto in questa occasione il colore dell’Orchestra Jazz del Mediterraneo (tra le cui fila sono da segnalare, tra gli altri, i nomi di Rino Cirinnà, Peppe Tringali, Orazio Maugeri, Alberto Fidone e del giovane messinese Nicola Caminiti) diretta dal maestro Maurizio Giammarco, quest’ultimo impegnato in alcuni pezzi anche al sax tenore. La De Vito ha presentato a Messina il suo lavoro di recupero della tradizione jazzistica brasiliana attraverso i nomi di Chico Buarque ed Hermeto Pascoal, con alcuni brani riadattati in dialetto napoletano ed altri eseguiti direttamente in lingua portoghese (da ricordare soprattutto “A volta do malandro”, “Beatriz” e la splendida “Construção”).
Il Festival si chiuderà ufficialmente giorno 22 alle 21.30 con il concerto all’ex Irrera a mare di Fabio Concato e Fabrizio Bosso, accompagnati dal direttore artistico Giovanni Mazzarino al pianoforte, da Riccardo Fioravanti al contrabbasso e da Stefano Bagnoli alla batteria.
Domenico Colosi