AGGIORNAMENTO ORE 18.47: Il commissario delegato per l'emergenza idrica, l’ingegnere Calogero Foti, ha presieduto nel pomeriggio a Messina una riunione finalizzata ad analizzare in modo approfondito tutti gli aspetti e la fattibilità della soluzione tecnica per il ripristino dell’erogazione dell'acqua presentato da Amam, l’Azienda Meridionale Acque Messina responsabile della gestione dell’acquedotto danneggiato.
All'incontro hanno partecipato rappresentanti della struttura commissariale, del Comune di Messina, della società Amam, gli esperti dei centri di competenza del Dipartimento della Protezione civile, quelli di Acea e Acquedotto Pugliese indicati da Utilitalia oltre a tecnici della società Sidra di Catania che in mattinata hanno effettuato un sopralluogo nella zona interessata dal dissesto idro-geologico che ha danneggiato l'acquedotto Fiumefreddo.
Il tavolo tecnico, dopo una attenta valutazione dei punti di forza e di debolezza della proposta avanzata dalla società che sarà responsabile della realizzazione, ha condiviso sostanzialmente il progetto, chiedendo però di apportare alcune opportune integrazioni tutte volte a mitigare i rischi residui.
Ora, quindi, inizieranno subito le attività di perimetrazione, rilievo, monitoraggio e risagomatura della parte superiore del corpo di frana, mentre l’intervento sull’acquedotto verrà fatto non appena sarà arrivato sul posto tutto il materiale necessario.
Un’altra giornata senza alcuna decisione definitiva e ufficiale ma con tante novità ufficiose. C’è il progetto esecutivo per la posa di tubi flessibili all’esterno della condotta danneggiata a Calatabiano, già approvato per la parte idraulica non ancora per quella geotecnica. Le ultime valutazioni, prima di dare il via libera, riguardano l’eventualità in cui la frana dovesse abbattersi nuovamente sulla condotta. Su questo fronte, il piano prevede l’installazione di valvole di chiusura automatiche in modo che, in caso di danno, si disperderebbero solo 10 o 20 metri cubi di acqua, una quantità non tale da creare problemi. E comunque, assicurano i tecnici, i nuovi tubi sono molto più resistenti e non si romperanno.
In via ufficiosa, invece, c’è una tabella di marcia. L’approvazione definitiva dovrebbe arrivare oggi, il materiale dalla Germania tra lunedì e martedì, dunque martedì l’avvio dei lavori. Durata prevista tre o quattro giorni, venerdì la conclusione delle operazioni e da sabato, finalmente, la fine dell’emergenza.
I messinesi dovranno pazientare ancora per una settimana pur se, specie in alcune zone, pazienza non ce n’è più. Chiusa l’Unità di Crisi in Prefettura, il nuovo quartier generale si è trasferito nella sede della Protezione Civile di viale San Martino. E’ qui che il capo della Protezione Civile nazionale, Fabrizio Curcio, predica cautela e assicura che si stanno approfondendo sia le questioni relative all’emergenza sia quelle per il ripristino della rete idrica.
Ad entrare più nel dettaglio è il dirigente della Protezione Civile regionale, Calogero Foti, che ora ha assunto anche il ruolo di commissario per l’emergenza. Anche lui, a dire il vero, non vuole sbilanciarsi: “E’ stato presentato un progetto e ora dovrà esserne valutata la fattibilità. Incidono diversi fattori perché c’è una frana in movimento ed un centro abitato sottostante da garantire. I nostri sforzi sono comunque concentrati per ripristinare la condotta nel tempo più breve possibile. Domattina (stamattina, ndr) sarà effettuata una valutazione geotecnica sulla frana ma abbiamo bisogna di tempo, si tratta di analisi tecniche importanti, non di piccole cose. Vogliamo fare presto ma bene e in sicurezza, altrimenti il rischio è quello di riprodurre altri danni e accelerare la frana. Nel frattempo si sta approntando anche la soluzione bypass più a lungo termine”.
Quella immediata sarà realizzata, invece, dalla società Benassi di Reggio Emilia. “Verranno installati nuovi tubolari flessibili in polietilene Primus Line, di ultima generazione, di soli 6,5 millimetri e per una lunghezza di 350 metri – spiega il direttore generale dell’azienda, Arnold Cecodima -, che permettono pressioni di esercizio come quelle dei tubi di acciaio e installazioni anche di più chilometri in una sola giornata lavorativa, perché vengono consegnati avvolti su bobine con lunghezza variabile da 1 a 3000 metri. Il tubo si può muovere fino a curvare di 90 gradi su sé stesso e resisterebbe anche ad una nuova frana. La portata minima sarebbe di 600 litri al secondo che, aggiunti ai 300-400 dell’Alcantara, farebbero tornare l’erogazione a livelli standard”.
Si tratta comunque una soluzione temporanea per riportare l’acqua a Messina in una settimana. Quella definitiva sarà probabilmente l’installazione di un bypass, della lunghezza di circa un chilometro, che diventerà il nuovo tracciato a monte. Una volta approvato il progetto della Benassi, contemporaneamente i tecnici svilupperanno il piano più ampio per il bypass da un chilometro. La previsione dei tempi, in questo caso, si allunga ancora: avantieri in Prefettura si parlava di 15 o 20 giorni, ieri alla Protezione Civile di un mese e mezzo o due.
In viale San Martino c’era anche l’assessore alla Protezione Civile, Sergio De Cola, che ha voluto togliersi qualche sassolino dalla scarpa dopo le accuse piovute sul Comune per la cattiva gestione dell’emergenza. “C’è stata una sottovalutazione iniziale del problema? – chiede retoricamente De Cola -. Sicuramente sì – prosegue -, ma da parte di chi? Subito dopo il sopralluogo, lunedì sono andato in Prefettura e ho detto che avevamo sùbito bisogno di aiuto, intanto con le autobotti, chiedendo la convocazione immediata di un tavolo. Mi sono reso conto che da soli non ce la facevamo, la Protezione Civile comunale può contare sul lavoro di sette persone. Invece la gravità del problema si sta forse capendo solo ora, con 40 esperti all’opera. Ma non c’è nulla di imprevisto: la collina franata è a rischio 4 del Pai, il Piano per l’assetto idrogeologico, ed è in condizioni molto critiche, simili a quelle di sei anni fa a Giampilieri”.
C’è poi la questione dell’acquedotto dell’Alcantara, “realizzato con fondi della Cassa del Mezzogiorno per la città di Messina, alla quale doveva essere consegnato – continua l’assessore -. E invece fu dato alla Regione, che comunque è un ente pubblico e può andar bene, visto che l’acquedotto attraversa tanti Comuni della fascia jonica messinese. Ma perché poi la Regione l’ha affidato ad un privato? Perché dopo le frane del 2009 non è stato ripristinato? Pare che la riparazione costi circa 1 milione ma in Sicilia c’è una legge sull’acqua bene pubblico che evidentemente non viene fatta rispettare”.
(Marco Ipsale)
ECCO DOVE SARANNO POSIZIONATE OGGI LE AUTOBOTTI:
10-14 MINISSALE PRESSO CHIESA EVANGELICA
15-20 CEP VIA LIVATINO ALTA
10-14 CAMARO SEDE TERZA CIRCOSCRIZIONE
10 24 AUTOPARCO MUNICIPALE VIA BONINO
15-20 PARCHEGGIO VILLA DANTE PRESSI UFFICIO POSTALE
10-14 VIALE REGINA MARGHERITA PRESSI SANTUARIO POMPEI
12-20 VIALE GIOSTRA ROTATORIA PRESSI IS. 13
10-14 GANZIRRI VIA LAGO PRESSI UFFICIO POSTALE
16-20 TORRE FARO PIAZZA CHIESA
16-20 FARO SUPERIORE VICINO ALLE POSTE
Oltre a queste 10 postazioni fisse, altre 20 saranno in movimento sul territorio in raccordo coi presidenti di circoscrizione. Ieri sono stati distribuiti oltre 1100 metri cubi di acqua. Per i casi di particolare emergenza che interessano persone anziane e disabili non assistite, puo’ essere contattato, dalle 7 alle 20, il numero telefonico 0907724110 o inviato un fax al numero 090694888 (specificando nome, cognome, indirizzo, recapito telefonico e motivo della richiesta) o una mail all’indirizzo autoparco@comune.messina.it