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“Messina senza acqua”. La class action contro Amam: come aderire

Nella nota vicenda di “Messina senz’acqua”, l’azione di classe dell’Unione Nazionale Consumatori Messina (UNC) e del CODACONS Messina ha ottenuto un importante successoLa Corte di Appello di Palermo ha dato ragione alle associazioni dei consumatori ed ha riconosciuto che la mancanza di acqua dal 24.10.2015 al 03.11.2015 è dipesa dalla mancata attivazione da parte di AMAM del sistema di interscambio delle fonti.

La conferenza stampa

Per questo motivo gli avvocati Mario Intilisano dell’Unione Nazionale Consumatori ed Antonio Cardile del CODACONS hanno tenuto su Zoom una conferenza stampa per spiegare le modalità concrete di adesione all’azione di classe, la documentazione necessaria ed i termini per l’adesione, con indicazione dell’importo degli indennizzi richiesti per ciascuna tipologia di utenza.

“È la prima class action siciliana e vede interessati -spiega Mario Intilisano -circa 100.000 cittadini messinesi che in quei giorni hanno patito e sofferto per la totale mancanza di acqua dai rubinetti”.

“La Corte di Appello – gli fa eco il Presidente Provinciale Codacons Antonio Cardile – ha disatteso anche l’eccezione sollevata da AMAM che si trattava di evento eccezionale affermando che una frana non può oggi ritenersi imprevedibile”.

“La pronunzia – proseguono i due legali – è di grande importanza perché consente a tutti i cittadini messinesi, quali utenti del servizio idrico, di potere ottenere un risarcimento per il disagio patito senza la necessità di dovere promuovere singole cause con costi di gran lunga maggiori ed il rischio di pronunce contrastanti”.

Le cifre richieste assommano da un minimo di € 125,00 ad un massimo di € 800,00 a nucleo familiare in relazione al numero ed età dei soggetti.

Cosa è una class action?

L’azione di classe è disciplinata dall’art. 140 bis del D.Lgs 206/2005 (Codice del Consumo).

Con l’azione di classe un’associazione di consumatori (rappresentante della classe) può rivolgersi al Tribunale del Capoluogo della Regione ove ha sede l’impresa e chiedere che venga accertata la violazione, da parte dell’impresa, di diritti di consumatori o utenti che versano nei confronti della detta impresa in situazione omogenea.

Il Tribunale, accertata la fondatezza della domanda, stabilisce il criterio omogeneo di calcolo per la liquidazione.

L’azione ha tre fasi:

A) quella dell’ammissibilità, nella quale il Tribunale valuta se la domanda non sia manifestamente infondata, se sussista un conflitto di interessi, se i diritti tutelabili non siano omogenei e se il proponente non appaia in grado di curare adeguatamente l’interesse della classe. Questa fase è stata superata dalla class action messinese.

B) quella della pubblicità, nella quale viene comunicato con avviso sui giornali, sul sito internet del Ministero dello Sviluppo Economico, l’esistenza della class action e le modalità per aderirvi.

C) quella dell’istruzione e della liquidazione, nella quale il Tribunale provvede alla determinazione degli indennizzi ovvero dei criteri per determinarli. Per la class action messinese avverrà nel 2021.

La storia dell’azione di classe di Messina senza’acqua

Fra il 24 Ottobre 2015 ed il 7 Novembre 2015 circa 150.000 cittadini messinesi sono rimasti privi di acqua a causa di una rottura dell’Acquedotto Fiumefreddo.

I tempi per la riparazione della conduttura sono durati circa 10 giorni.

A decorrere dal 26 Ottobre sono state chiuse dapprima tutte le scuole e a seguire tutti gli uffici pubblici e ciò sino al 31 Ottobre.

Solo dal 30 Ottobre l’Amam ed il Comune prendevano atto dell’emergenza e richiedevano intervento della Protezione Civile che iniziava la distribuzione dell’acqua tramite autobotti.

La Carta dei Servizi dell’Amam affermava, però, che: “l’Amam utilizza un sistema distributivo che prevede l’interscambio di varie fonti di approvvigionamento al fine di garantire l’alimentazione minima alle utenze anche in caso di fuori servizio di una delle suddette fonti primarie”.

Ciò si è dimostrato falso in quanto solo dal 2016 il sistema prevede l’interscambio fra le fonti di approvvigionamento Fiumefreddo e Alcantara (Bypass) ma non con le altre fonti (Pozzi e Santissima).

La parte della città servita dall’acquedotto della Santissima e dai Pozzi ha avuto in quei giorni erogazione regolare.

Cosa è stato già fatto?

Unc Messina e Codacons Messina, spiegano gli avvocati, hanno raccolto nei giorni di Ottobre-Novembre 2015 diverso materiale(foto, video, interviste, ecc. ) nonché le adesioni all’azione di classe.

Nel 2018 è stata notificato ad Amam l’atto di citazione innanzi al Tribunale di Palermo.

Il Tribunale di Palermo a Marzo 2020 ha dichiarato l’azione non ammissibile in quanto manifestamente infondata. Il Tribunale di Palermo ha ritenuto, errando nella lettura delle ordinanze sindacali, che l’erogazione idrica fosse stata sospesa dal Sindaco e che quindi non vi fosse responsabilità dell’Amam.

Detta ordinanza è stata prontamente reclamata innanzi alla Corte di Appello di Palermo. È stato ritenuto che: “nelle ordinanze sindacali si ordinava la chiusura di tutti gli edifici scolastici pubblici, nonché degli uffici pubblici; ciò sul presupposto della mancata erogazione dell’acqua sull’intero territorio comunale dovuta alla frana, che aveva arrecato gravi danni alla rete idrica che rappresentava la principale fonte di approvvigionamento della Città di Messina. E dunque, dalla lettura delle ordinanze sindacali, emerge che il blocco del rifornimento dell’acqua costituiva il presupposto di fatto e non, invece, il momento precettivo e dispositivo delle stesse, sicché è evidente che, sul punto, il Tribunale è incorso in errore”.

Cosa ha deciso la Corte di Appello?

La Corte di Appello di Palermo ha quindi affermato che non è in discussione il fatto che una frana possa, almeno in teoria, sussumersi tra gli eventi naturali di natura eccezionale.

Ciò che va verificato è se la realizzazione e l’attivazione di un sistema di interscambio (l’evento teoricamente eccezionale costituito dalla frana) non avrebbe impedito l’erogazione dell’acqua. Per tale motivo è stata dichiarata l’ammissibilità dell’azione di classe.

Cosa succede adesso

• La Corte di Appello di Palermo ha ordinato la pubblicità dell’azione affinchè tutti i soggetti interessati possano conoscere la possibilità di ottenere un indennizzo.

• Già dal 14 Dicembre 2020 sul sito del Ministero dello Sviluppo Economico (Mise) è stata pubblicata l’ordinanza.

• Entro il 10 Gennaio 2021 si provvederà a pubblicizzare su due quotidiani l’ordinanza e verranno indicate le modalità di adesione.

• Il Tribunale di Palermo ha già ricevuto il fascicolo e sta fissando l’udienza per stabilire le ulteriori scadenze processuali e l’eventuale ulteriore pubblicità.

Chi può partecipare?

Possono aderire alla class action tutti coloro (persone fisiche) che sono titolari di un contratto di utenza idrica interessata dal disservizio del Ottobre-Novembre 2015.

La partecipazione è consentita sia per i titolari di contratto individuale che per i singoli condomini in caso utenza condominiale. In sede di adesione dovranno essere indicati il numero delle persone che abitavano l’immobile e se ricorrono situazioni particolari quali anziani, bambini, soggetti malati.

Cosa si può ottenere

• Indennizzo pari ad € 150-200 per persona (€ 25 al giorno);

• Indennizzo pari a € 300-400 per persona in caso di ultrasettantenni, bambini sotto i 6 anni e persone con handicap (€ 50 al giorno);

In caso di famiglia di 4 persone con due figli piccoli si può ottenere sino ad €1000.

Che documenti servono?

• Sottoscrizione del modulo di adesione;

• Copia di un documento di identità e codice fiscale;

• Compilazione del foglio notizie;

• Copia di una bolletta Amam (in caso di abitazione in condominio la fattura va chiesta all’amministratore).

Quanto costa l’adesione?

• L’adesione a mezzo delle associazioni ha un costo di € 10.

• L’adesione comprende anche l’iscrizione all’associazione dei consumatori.

• Le associazioni provvederanno ad esaminare le adesioni ed a chiedere eventuali documenti integrativi oltre ad informare periodicamente gli aderenti.

Tempi e spese

Il Tribunale fisserà l’udienza nel 2021 e la decisione finale sarà adottata, probabilmente, entro il 2022.

Non ci saranno assolutamente spese aggiuntive, anche in caso di soccombenza saranno le associazioni a farsi carico delle spese e dei costi.

Quali sono le utenze interessate?

Nella fase iniziale dell’azione hanno aderito 555 utenti.

Secondo i dati AMAM le utenze domestiche interessate sono circa 60000 sulle 80000 complessive della città.

Dove si possono trovare notizie

• Sul sito istituzionale Unc www.consumatori.messina.it

• scrivendo a amamclassaction@consumatori.messina.it e codacons.messina@gmail.com

• Su Facebook @consumatoriME oppure @CODACONS-Sede-provinciale-di-Messina

Come si può pre-aderire?

Compilando il modulo di preadesione direttamente dal sito www.consumatori.messina.it/pre-adesione-class-action-messinasenzacqua/

Oppure richiedendolo via mail.

La scadenza delle adesioni

I tempi per le adesioni scadranno il 5 maggio 2021 e non sarà possibile una partecipazione successiva.

Gli avvocati, poi, specificano che è ammissibile anche l’azione singola ma chi non aderisce class action avrà sempre dei costi superiori.

E concludono: “abbiamo subito un disservizio, dobbiamo essere indennizzati, chi ha sbagliato deve pagare, non scaricare i suoi danni sui cittadini. Quella che stiamo compiendo è una battaglia di civiltà“.