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Messina. Senza isole pedonali il Pums diventa Pumi, Piano della mobilità in… sostenibile

C’è chi ha sempre vissuto in un mondo chiuso tra Giampilieri e Orto Liuzzo e chi ha viaggiato in Europa: i primi sono i nostalgici del viale San Martino “autostrada” e convinti che il tram abbia rovinato le strade larghe; i secondi sono quelli che hanno visto ovunque isole pedonali e tram e conoscono la differenza in positivo.

Messina è una città che si spopola più di altre e conta scarse presenze turistiche, d’obbligo porsi qualche domanda per capire se si sta seguendo la strada giusta.

Dal Pums al Pumi

A parole e nei programmi sì, a dire il vero. Perché il Pums, Piano urbano della mobilità sostenibile, a cui abbiamo dedicato diversi approfondimenti (vedi correlati a fine articolo), recepisce le linee guida europee.

Nei fatti, però, si prendono provvedimenti contrari, tanto da farlo sembrare un Pumi, cioè un Piano urbano della mobilità in… sostenibile. La giunta Basile, nel riaprire al traffico il viale San Martino dal lunedì al venerdì, parla di isola pedonale permanente come “obiettivo da raggiungere”, una dichiarazione condivisibile se fossimo nel 1990. E infatti, mentre Messina dormiva, altre città mettevano in pratica tra gli anni Novanta e i primi Duemila.

Qui ci eravamo arrivati a partire dall’8 dicembre 2022, in super ritardo ma meglio tardi che mai, e la proroga fino al 15 settembre 2023, con vista verso il Natale 2023, lasciava immaginare che (finalmente!) potessimo avere un “mosso” (detto alla messinese, sono solo 400 metri), di isola pedonale permanente. Merito della giunta Basile.

Il passo indietro

Macché. Ecco il passo indietro. E a nulla servono le smentite, camuffare con la parola “sperimentazione” quel che è realmente: passo indietro. Cosa c’è da sperimentare in un viale aperto al traffico, com’è sempre stato, dal lunedì al venerdì? L’isola pedonale il sabato e la domenica? Togliamo pure quella?

Il viale San Martino aperto al traffico non ha nessuna utilità per la viabilità, nessuna. Perché, visto lo “sbarramento” di piazza Cairoli, non è collegato direttamente con via Garibaldi, quindi bisogna andarci apposta, non è strada di passaggio, e l’unico motivo per farlo può essere quello di parcheggiare in divieto davanti ai negozi, che tanto è sempre stato permesso. E dire che, di recente, il parcheggio è stato consentito nelle traverse, cioè a pochissimi passi dal viale. Non è bastato neanche quello.

“Con la doppia fila si mangia”

Pecunia non olet, il denaro non ha odore, non è la prima volta che sentiamo dire da alcuni commercianti che “con la doppia fila si mangia”. Si può anche comprendere ma non accettare, anche perché l’alternativa c’è.

In altre città

Basta andare in altre città per vedere isole pedonali piene di gente e commercianti che hanno manifestato al contrario, cioè per chiedere strade chiuse al traffico e aperte ai pedoni. Che poi è accaduto anche a Messina, mica tutti i commercianti sono contrari all’isola, ce ne sono anche di favorevoli.

Se è vero che dal lunedì al venerdì c’è meno movimento pedonale, è anche vero che è un fatto normale e che anche a traffico aperto è così, con la differenza che si dà la possibilità di parcheggiare in divieto davanti ai negozi. Comporta più incassi per i commercianti ma vi pare possibile che Messina non abbia una sola area, una, dove i pedoni possano passeggiare senza smog e clacson? E non parliamo di parchi pubblici, lungomare o piazze (che pure quelle scarseggiano), parliamo di vie pedonali come ci sono in tantissime altre città. “Eh ma Messina…”. Ma Messina cosa? Messina ama restare indietro? Per alcuni cittadini sì ma non per tutti, ci sarà sempre qualcuno scontento ma bisogna imboccare la strada giusta senza lasciarsi influenzare.

Costanza nei cambiamenti, il caso Cairoli

Raramente i cambiamenti portano benefici da un giorno all’altro, serve tempo e costanza. Restiamo a Messina e guardiamo quello che è successo a piazza Cairoli. Ricordate quando il perimetro esterno della piazza era percorso dalle auto? Smog, clacson e parcheggi creativi, anche in quel caso. Il 15 gennaio 2014 la giunta Accorinti ha disposto l’isola pedonale, che poi non è altro che un allargamento della piazza, e non si è più tornati indietro. Oggi, finalmente, si sta realizzando una nuova pavimentazione e si sta rendendo il centro cittadino più bello.

Quali progetti sul viale?

E’ quello che si dovrebbe fare anche sul viale San Martino ma, nel frattempo, in quei miseri 400 metri serve un’isola pedonale permanente. Siamo in piena stagione croceristica e, per qualche mese, abbiamo regalato ai turisti un’immagine più civile nella zona dello shopping. Da lunedì, invece, di nuovo clacson e smog, con pedoni confinati in marciapiedi normali, non larghi.

Anche sul viale è previsto marciapiede e “strada” allo stesso livello. E sarebbe ancora più assurdo, poi, consentire il passaggio alle auto, a meno che non si voglia replicare il “disastro” di Torre Faro, dove la pavimentazione è andata distrutta. Ecco un’idea dell’architetto Michele Palamara, è solo un esempio ma indicativo di come quella zona potrebbe cambiare volto in meglio.

Pedonalità, tpl, ztl

A fine settembre 2022, il Consiglio comunale ha approvato il nuovo Piano generale del traffico urbano. Cosa prevede? Al primo posto pedonalità e ciclabilità, al secondo il trasporto pubblico (con particolare ruolo centrale per il tram), solo al terzo il mezzo privato, con una vera zona a traffico limitato in centro città.

A distanza di sette mesi, l’isola pedonale è ridotta solo a sabato e domenica, il servizio tranviario è rimasto inadeguato, la ztl ancora non c’è. E quando ci sarà, come c’è in tutte le città, prepariamoci già alle proteste…

Il tram

Il tram, a proposito. Il primo rinnovato è arrivato a dicembre 2021, è trascorso un anno e mezzo e ancora quelli nuovi sono solo quattro. Considerato che in tutto sono quindici, di questo passo dovremo aspettare tempi infiniti.

Tra l’altro le vetture superstiti erano quattro e quattro (o al massimo cinque) sono rimaste anche oggi perché quelle vecchie non vengono più messe in linea. L’attuale cadenza di passaggio è di venti minuti, già di per sé un tempo elevato, per di più spesso le corse vengono sostituite dai bus. Il servizio era e resta inadeguato.

Tarda a partire, poi, il progetto di riqualificazione della linea che, a fronte di tante cose buone, prevede anche la pessima riduzione da due binari a uno in due tratti: cortina del porto e via Catania. Un altro messaggio contro la mobilità sostenibile.

Corso Cavour, via Garibaldi, via La Farina e via Cesare Battisti

E vi sembra forse mobilità sostenibile il costante parcheggio in doppia fila, a volte anche in diagonale a occupare persino entrambe le corsie di marcia (non solo una), in corso Cavour?

E’ mobilità sostenibile la corsia preferenziale perennemente occupata da auto in sosta in via Garibaldi? Basterebbe riposizionare i cordoli, ma anche in questo caso si fatica a passare dai programmi ai fatti.

E’ mobilità sostenibile la costante doppia fila in via La Farina e via Cesare Battisti? Tutto ormai diventato normalità.

La differenza tra la pianificazione e gli atti concreti. Tante belle parole che fanno a botte con la realtà. Troppi verbi declinati al futuro mentre nel presente la città annaspa.

Via Ecuador

Una piccola postilla, a margine. Riaprite subito il varco tra viale Regina Elena e via Ecuador, ché di stupidaggini ne abbiamo già viste abbastanza.