Da un lato gli scontri politici, dall’altro i lavori in corso. Ieri il sopralluogo al serbatoio Montesanto 1 da parte del sindaco Cateno De Luca e dei presidenti (attuale ed ex) dell’Amam, Loredana Bonasera e Salvo Puccio.
I lavori sono stati consegnati ad aprile 2021 e dovranno concludersi entro 540 giorni, cioè un anno e mezzo, in pratica entro la fine di quest’anno. Se ne occupa il raggruppamento temporaneo di imprese composto da Domenico Majolino srl (capogruppo, 67 %) e Vincenzo La Valle (mandante, 33 %) di Messina.
Al momento gli operai sono al lavoro per costruire la platea, cioè la piastra di fondazione delle due vasche che potranno contenere 2500 metri cubi di acqua ciascuna, per un totale di 5000 metri cubi. Il Montesanto 1, previsto negli anni Novanta e rimasto incompiuto, sarà collegato al Montesanto 2, che invece era stato completato ed è in funzione.
Non è mancata l’occasione per l’ennesimo messaggio inviato dal sindaco Cateno De Luca al vicepresidente della Regione, Gaetano Armao, proprio perché il Montesanto 1 fa parte di una serie di temi su cui si è acceso il dibattito.
De Luca e Puccio hanno ripercorso la storia che avevamo già raccontato. In sintesi, il 2 marzo 2018 l’Amam aveva inviato una prima nota all’Eas (Ente acquedotti siciliani) in liquidazione, che aveva rinviato ogni decisione alla Regione, socio unico. Il 17 dicembre 2018 l’Amam chiede la concessione e l’autorizzazione a eseguire i lavori. Un’altra serie di note fino a quella del 15 dicembre 2020, in cui il Comune sottolinea che ha la necessità di iniziare per rientrare nei tempi dei fondi del Patto per il sud e vuole consegnare i lavori a gennaio. La prima risposta della Regione – dicono De Luca e Puccio – arriva il 22 gennaio 2021, con la notizia che stanno passando il bene al Catasto Terreni. Il 29 gennaio 2021 il Comune fa un’ordinanza di demolizione di strutture pericolanti.
Il 7 aprile 2021 l’assessorato regionale all’economia contesta l’ordinanza di De Luca, il 12 aprile 2021 il Comune di Messina consegna i lavori anche se l’iter con la Regione non è ancora definito.
Puccio cita l’articolo 30 della legge regionale 7/2019: “Nei casi in cui è prevista l’acquisizione di assensi e autorizzazioni a eseguire i lavori – poi cita il caso specifico Amam-Regione – l’amministrazione e i gestori competenti comunicano il proprio assenso con nulla osta entro trenta giorni dal ricevimento dello schema di provvedimento. Decorsi i termini senza assenso, il concetto di nulla osta si intende acquisito”. Comune e Amam ritengono che i trenta giorni siano trascorsi da lungo tempo.
“Ora sappiamo che è stata fatta una delibera di giunta regionale – conclude De Luca – e che stanno quantificando il valore del bene. Abbiamo saputo in via informale che è stata fatta la perizia, perché non ci è stato comunicato, sappiamo che è stata fatta l’autorizzazione ma non sappiamo se il bene si dovrà acquisire o prendere in concessione. In ogni caso, se avessimo aspettato la Regione avremmo perso i soldi”.