Messina Social City, Fp Cgil chiede la stabilizzazione dei precari

Messina Social City, Fp Cgil chiede la stabilizzazione dei precari

Simone Milioti

Messina Social City, Fp Cgil chiede la stabilizzazione dei precari

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giovedì 20 Maggio 2021 - 12:11

Chiesto formalmente all’Azienda di mettere fine all’inarrestabile trend di precariato venutosi a creare dal giorno dell’avvio dei servizi fino ad oggi

In una nota inviata al CdA della Messina Social City, all’assessore con delega alla programmazione dei fondi extra comunali Carlotta Previti e all’assessore alle politiche sociali, Alessandra Calafiore, la FP CGIL chiede che vengano rispettate le previsioni del CCNL Cooperative sociali in materia di stabilizzazione e di uso “controllato” di contratti precari.

A due anni dalla nascita della Messina Social City, la FP CGIL chiede che venga fatta luce sul rispetto della clausola in materia di stabilizzazione e della percentuale massima di utilizzo di contratti a tempo determinato, così da mettere fine al crescente e inarrestabile trend di precariato che si sta determinando all’interno dell’Azienda.

Nell’attesa, quindi, che la Msc avvii finalmente l’iter di stabilizzazione rispettando quanto contemplato dal CCNL, la FP CGIL ha inoltre chiesto che l’Azienda proceda con l’immediata contrattualizzazione oraria integrativa del personale in possesso dei requisiti, per i nuovi progetti affidati dal Dipartimento Servizi sociali del Comune di Messina alla MSC. Ciò al fine di valorizzare le professionalità interne e non continuare ad alimentare il già corposo esercito del precariato.

La richiesta della Fp Cgil

Il segretario della FP CGIL Francesco Fucile e la segretaria provinciale con delega al terzo settore, Elena De Pasquale, fanno riferimento alle previsioni contenute nel Contratto nazionale delle cooperative sociali, quello applicato ai dipendenti della Messina Social City, “ricordando” al Cda della Msc, all’assessore con delega alla programmazione dei fondi extra comunali Carlotta Previti e all’assessore alle politiche sociali, Alessandra Calafiore, che esistono delle norme contrattuali da rispettare.

In particolare l’art. 25 e 25 bis del CCNL:«L’art. 25 “Rapporti di lavoro a termine” – affermano i dirigenti sindacali – al comma 2 prevede una ben precisa “clausola di stabilizzazione” e cioè che “la facoltà di assunzione a tempo determinato, oppure di proroga e/o rinnovo, che superi il termine di 24 mesi, non è esercitabile dai datori di lavoro che, al momento della stessa, risultino non avere trasformato in rapporto di lavoro a tempo indeterminato, almeno il 20% dei lavoratori il cui contratto a termine, arrotondato all’unità superiore e comunque eccedente il termine dei 24 mesi, sia venuto a scadere nei 12 mesi precedenti”. E come se non bastasse – aggiunge ancora la FP CGIL – l’art. 25 bis precisa che “l’utilizzo di personale con contratti di lavoro a termine (…), non può complessivamene superare il 30% del numero dei lavoratori occupati a tempo indeterminato e contratto di apprendistato, in forza nell’impresa al 1° gennaio dell’anno di assunzione”».

Alla luce delle suddetti disposti contrattuali e al fine quinidi di verificare l’esatto rispetto delle previsioni in questione, la FP CGIL ha chiesto all’Azienda il formale invio del numero di rapporti di lavoro a tempo determinato sottoscritti alla data dell’1-3-2019; del numero complessivo dei contratti a tempo determinato attivi alla data odierna; del numero dei lavoratori a tempo indeterminato alla data dell’1-1-2020 e alla data dell’ 1-1-2021 ed infine l’elenco dei lavoratori che in atto svolgono mansioni differenti.

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