Messina – Si è chiusa la storica partita tra il Comune di Messina e la Ricciardello Costruzioni srl per i lavori agli svincoli Giostra-Annunziata. Una partita che poteva costare a palazzo Zanca quasi 80 milioni di euro. Tanto infatti aveva chiesto l’impresa al Municipio, citato al Tribunale delle Imprese di Palermo, tra sorte capitale, interessi, rivalutazioni e altri contenziosi “minori”.
Oggi la Giunta guidata da Federico Basile ha ratificato l’accordo di transazione per 12 milioni 500 mila euro con la K-Way, la società che nel frattempo ha acquisito il debito dalla Ricciardello. La delibera è la numero 527 di del 24 ottobre 2024 ed è pubblicata in Albo pretorio con riferimento alla pratica 293/2023.
Il Tribunale di Palermo aveva nel frattempo sospeso la decisione. All’udienza del prossimo 30 ottobre, alla luce dell’accordo, sarà probabilmente chiesto un rinvio lungo fino alla fine del pagamento della transazione. Il piano ratificato dall’assessore al Contenzioso Roberto Cicala, e al quale ha lavorato anche il direttore generale Salvo Puccio, prevede il saldo in più rate, ultima nel dicembre 2025.
“La strategia legale legata al piano di riequilibrio funziona come sostenevamo e ha funzionato. Il “pochi maledetti e subito” è stata la scelta vincente. A futura memoria vorrei sottolineare che nel Piano di riequilibrio un anno fa avevamo inserito il piano di pagamenti così come concluso e abbiamo mantenuto l’impegno. Quando alla Corte dei Conti abbiamo sottoposto l’atto transattivo allegato è perché avevamo la contezza del lavoro che stavamo facendo”, commenta soddisfatto il sindaco Federico Basile. Palazzo Zanca si era affidato per l’aspetto legale all’avvocata Silvia Gambadoro, che ha condotto quindi le varie fasi della trattativa.
L’azzardo non è stato da poco. L’esposizione debitoria complessiva era stata infatti iscritta per due terzi della sorte capitale, ovvero pesava sui conti di Palazzo Zanca per circa 66 milioni di euro. Che oggi diventano ufficialmente 12 milioni, mettendo al sicuro il Piano di Riequilibrio. In corso di causa poi gli attori in gioco sono cambiati. Cominciata con Ricciardello, la transazione è poi andata sul tavolo del fondo K Way, che nel frattempo aveva acquisito il credito dall’impresa del costruttore originario di Brolo. Nel carteggio Comune-impresa-Tribunale, però, la K-Way non compariva affatto, col rischio che se fosse stata saldata la sola impresa il fondo avrebbe potuto comunque battere cassa a sua volta a palazzo Zanca.
Insomma, il “pochi maledetti e subito” rivendicato da subito anche dall’allora sindaco Cateno De Luca come strategia per i debiti e il piano di riequilibrio, che è poi l’indicazione della magistratura contabile agli enti locali per casi come questi, ha davvero pagato stavolta.
La citazione con annessa ingiunzione di pagamento della ditta Ricciardello era stato notificato al Comune di Messina a novembre 2020. La ditta reclamava 14 milioni di euro per i lavori agli svincoli di Giostra e Annunziata, mai pagati. La cifra rivendicata dall’impresa era lievitata a 58 milioni di euro, tra interessi e mora, già qualche anno dopo la consegna degli svincoli. Ai 14 milioni si aggiungevano infatti 27 milioni di euro di ulteriori riserve.
Nel 2015 l’allora sindaco Renato Accorinti aveva proposto un accordo bonario, affidando la definizione alla Commissione presieduta dall’avvocato Fabio Saitta. Comune e Ministero non hanno mai riconosciuto buona parte delle richieste dell’impresa, che aveva comunque aderito e avrebbe accettato la somma di 4 milioni e 200 mila euro, che il Ministero avrebbe dovuto pagare entro 65 giorni ma mai arrivata alla Ricciardello.
Ecco perché l’impresa aveva chiesto l’emissione del decreto ingiuntivo, portando al Tribunale di Palermo l’enorme cifra complessiva. Sul tavolo della giunta Basile c’erano quindi le due transazioni principali, quella ora chiusa a 12 milioni e quella relativa alle riserve, anche questa ratificata e chiusa a circa un milione di euro. Questa ultima somma spetta unicamente alla Ricciardello e si è rivelata probabilmente utilissima per consentire l’accordo sul decreto ingiuntivo principale, patrocinato per la contro parte di Palazzo Zanca dagli avvocati Marcello Cardi e Arturo e Vincenzo Cancrini di Roma.