Nessuna copertura finanziaria e nessuna certezza sulla tempistica. La Cgil Messina lancia un nuovo allarme sul taglio dei fondi Pnrr. “Il progetto di revisione del Pnrr ribadisce – taglia oltre 260 milioni di euro ai comuni dell’area metropolitana di Messina, gli interventi definanziati riguardano rigenerazione urbana, valorizzazione del territorio, messa in sicurezza ed efficientamento energetico, infrastrutturazione sociale delle aree interne, piani urbani, forestazione e valorizzazione dei beni confiscati”, ribadisce il sindacato.
Progetti che in vari casi i Comuni, nonostante tutte le difficoltà amministrative, hanno già avviato, fa notare la sigla dei lavoratori. “Il governo – dichiarano il segretario generale della Cgil Messina Pietro Patti (nella foto) e la segretaria confederale Stefania Radici – promette che i progetti definanziati verranno rifinanziati dal Fondo di Sviluppo e Coesione, ma al momento si tratta di mere promesse che non rassicurano affatto”. I segretari della Cgil Messina evidenziano i motivi per cui il sindacato manifesta una certa preoccupazione: ad oggi non c’è ancora una copertura finanziaria, se si intende utilizzare il Fondo di Sviluppo e Coesione, ossia un fondo a valere sul bilancio nazionale destinato a complementare le politiche di coesione dei fondi SIE e dunque a rimuovere gli squilibri economici, sociali e territoriali, bisogna essere consapevoli che nella vecchia programmazione non ci sono margini se non si vogliono cancellare finanziamenti altrettanto importanti già destinati ai Comuni, e la nuova programmazione 2021 – 2027, di cui il
CIPESS ha recentemente definito le imputazioni regionali, prevede la sottoscrizione di un accordo tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri e ciascuna regione per la condivisione di un Piano di sviluppo
territoriale coerente con i programmi FESR e FSE+. Accordo che ancora non c’è.
“Se si percorresse questa strada – fanno presente Patti e Radici – la Sicilia dovrebbe accettare di dirottare risorse che potrebbe utilizzare per colmare i gap di sviluppo per coprire il taglio del Pnrr deciso dal governo nazionale. Insomma oltre il danno, la beffa. È una storia vista e rivista dato che il Fsc è l’ex Fondo Fas, ossia quel fondo destinato alle aree sottoutilizzate che nel tempo è stato invece
utilizzato dai governi per finanziare altro”.
Secondo motivo che viene sottolineato dai vertici della Cgil Messina: ad oggi non si hanno informazioni sulla tempistica, lo stesso fondo Fsc è un fondo che si allunga al 2031, quindi prevede la possibilità di differire nel tempo spese che invece sarebbero urgenti. “Ripetiamo – osservano il segretario generale Patti e la segretaria Radici – servono coperture finanziarie con risorse aggiuntive e non sostitutive e serve chiarezza sulla tempistica. Al momento ci sono solo i tagli. Dunque, nulla di rassicurante. Chiediamo un incontro urgente con la Città metropolitana perché, riteniamo che in questa fase le forze politiche, economiche e sociali debbano unirsi per evitare l’ennesimo scippo di risorse a danno dei cittadini della nostra provincia”.