MESSINA – I 32 lavoratori di Messina servizi il cui contratto a tempo determinato non era inizialmente stato rinnovato sono salvi, quanto meno fino a dicembre. Nel corso della serata di ieri il sindaco Cateno De Luca ha ospitato i dipendenti dell’azienda al centro delle polemiche per le tariffe Tari e, in diretta sui social, ha ripercorso il cammino dell’amministrazione verso l’approvazione di una delibera bocciata due volte dal Consiglio comunale. De Luca ha parlato della responsabilità assuntasi sabato notte, con quella firma che ha generato un ulteriore inasprimento del clima e ampliato la portata dello scontro tra una parte dei consiglieri, gli ormai celebri 13 contrari, e l’amministrazione. La gioia di chi vede rinnovato il proprio contratto è l’aspetto positivo di una serata in cui si è ulteriormente alzato il livello dello scontro tra il primo cittadino e la sua Giunta da una parte, e praticamente metà del consiglio comunale dall’altra.
Durante l’incontro, durato poco più di una ventina di minuti, il sindaco ha parlato di fronte ai lavoratori anche del consiglio comunale di oggi alle 18, con in ballo la famosa “presa d’atto” del provvedimento che gli consentirebbe “di poter spiegare la situazione e poter supportare al meglio la decisione”. Cateno De Luca, però, non sembra voler mettere fine alle schermaglie verbali, attacca a più riprese il presidente Cardile e parla dell’eventuale mancata presa d’atto come una vendetta politica nei suoi confronti e tuona: “non capisco perché il consiglio comunale deve stare da un’altra parte della barricata e non dalla stessa vostra, mia e della città. Ho sempre detto loro che se vogliono la lotta contro di me devono farlo senza vittime. Non è politica così”. Polemiche e scontri verbali e politici a parte, i 32 lavoratori hanno firmato il contratto che permetterà loro di continuare a lavorare almeno fino a dicembre. Resta però la prospettiva della cassa integrazione a rotazione per gli altri 120 per poter far fronte ai 6 milioni di euro mancanti in caso di un “no” di Arera alla delibera ormai fuori tempo: “per potere proseguire con questo provvedimento dobbiamo fare un’operazione con il consiglio di amministrazione e per quelli che hanno contratti a tempo indeterminato dovranno avere un periodo di cassa integrazione”.
Ma non è finita, perché proprio nella fase finale della sua diretta, tra un attacco e l’altro, De Luca prospetta la peggiore delle situazioni possibili, che porterebbe al dover licenziare da gennaio “100, 115 lavoratori, perché come affronto il nuovo anno con un piano economico ridimensionato che risale al 2020?”. Una scelta per cui, secondo lui, la colpa ricadrebbe proprio sui contrari. Lo scambio di accusa da una parte e dall’altra della barricata sta generando un ping pong infinito che ormai va avanti da settimane e che non accenna a volersi spegnere. Un continuo batti e ribatti, da una parte e dall’altra, con in mezzo scenari ogni giorno più confusi e sempre meno chiari prospettati non solo alla cittadinanza ma soprattutto ai lavoratori stessi di Messina servizi, ogni giorno fermi ad osservare il proprio destino lavorativo appeso a un filo. Nel frattempo, oggi, sarà il giorno di una nuova puntata di questa interminabile vicenda, con un consiglio comunale alle 18 che si prospetta tutt’altro che tranquillo. Due gli scenari possibili: la terza bocciatura con il fronte dei “no” rimasto compatto e convinto, o l’eventuale cambio di rotta di qualche consigliere, perché solo con qualche sì in più potrebbe arrivare la presa d’atto di questa delibera.