E’ di nuovo in carcere il 56enne di Messina imputato della morte della ex compagna, scomparsa nel 2017 di Aids, alla quale aveva nascosto di avere l’HIV. L’uomo, arrestato a dicembre scorso, aveva ottenuto i domiciliari ma la Procura ha chiesto che tornasse in cella. Richiesta avallata sia dal Tribunale del Riesame prima che dalla Corte di Cassazione dopo sul presupposto che è ancora pericoloso, avendo nascosto la sua condizione anche ad altre donne, negli anni successivi, così il cinquantaseienne adesso è recluso a Barcellona.
Ed è da detenuto, quindi, che tra qualche giorno, il 2 ottobre, comparirà alla prima udienza del processo che lo vede alla sbarra per l’omicidio della professionista messinese scomparsa e per aver messo a rischio altre donne in diverse parti d’Italia. Alcune di loro hanno testimoniato che anche a loro nascose di essere sieropositivo, mettendole a rischio.
A dare il via al procedimento penale – che parallelamente ha messo sotto inchiesta tre medici curarono la donna senza diagnosticarle l’Aids, è stata la coraggiosa denuncia della sorella della vittima, assistita dagli avvocati Bonaventura Candido ed Elena Montalbano. A difendere il cinquantaseienne è invece l’avvocato Carlo Autru Ryolo.