MESSINA – “Una città pericolosa e inospitale per pedoni e ciclisti. Lanciamo l’allarme prima che sia troppo tardi. Messina è troppo pericolosa per chi va in bici. Senza rivedere l’impianto complessivo della mobilità in città, l’incidente grave prima o poi arriverà, è solo questione di tempo. La sicurezza stradale è un diritto del cittadino che deve essere garantito. La strada è di tutti e per tutti”. A sostenerlo è Fiab Messina Ciclabile Aps – “La bicicletta per la mobilità urbana”. Ovvero la componente messinese della Federazione italiana ambiente e bicicletta. Un’associazione impegnata nel promuovere la mobilità in bici nella città dello Stretto.
“Vogliamo lanciare l’allarme ora – spiega il presidente Fabrizio Murè – prima che sia troppo tardi, prima che qualche incidente grave ci ricordi nuovamente quanto la nostra città sia impreparata alla mobilità di oggi. E quanto l’eccesso di velocità rappresenti un serio pericolo per gli utenti deboli della strada: bambini, anziani, disabili. La mobilità a Messina non è fatta solo di auto ma anche di trasporto pubblico e di tanta micromobilità, che per intenderci è quella che si fa con le bici o con i monopattini. E che è destinata ad avere, nei prossimi anni, ulteriori sviluppi, come sta accadendo in tutte le altre città europee”.
Dati certi, non ce ne sono, ma anche per Giuseppe Saija, esperto in mobilità sostenibile e segretario di Messina Ciclabile, la tendenza è in crescita: “Abbiamo suggerito al Comune di investire su una raccolta dati più precisa – spiega – per esempio installando dei contabici, dispositivi che funzionano con sensori e che servono a contare i passaggi in bici in punti strategici della città. Sono molto diffusi in altre città italiane e straniere. Servono a rendersi conto di quanto venga usata la bici per i tragitti urbani, per capire dove i passaggi siano inferiori o superiori rispetto alle aspettative. Possono aiutare a capire dove intervenire meglio”.
Anche se, continua Saija, “la città ha bisogno di una svolta netta, non solo nella realizzazione di piste ciclabili, ma più complessivamente nel guidare i cittadini verso una mobilità meno autocentrica e più a misura di persona. Portare il dibattito solo su quanti chilometri di piste ciclabili vengono realizzati è sbagliato. Non è pensabile – continua Saija – che si vada in bici solo su pista ciclabile. In gran parte delle città italiane che hanno una consolidata tradizione di mobilità, come Bologna ad esempio, ci si sta orientando verso la generalizzazione del limite di velocità a 30km orari, salvo che sulle grandi arterie. Abbattendo il differenziale di velocità tra auto e bici, si riduce il rischio, sia per gli automobilisti, che soprattutto, per i ciclisti, e aggiungerei, per i pedoni”.
Già, perché Messina, fanno notare gli esponenti della Fiab, presenta un ambiente urbano che spesso non prevede o non protegge la presenza di pedoni. Basti pensare alla strada di collegamento tra il capolinea dello Shuttle e la chiesa di Torre Faro, meta di migliaia di persone nel periodo estivo. Di fatto un budello con auto posteggiate ai due lati della strada, in cui il pedone è costretto a schiacciarsi tra i veicoli in sosta e quelli in transito. Per non parlare poi degli ostacoli determinati dalle auto in doppia fila, da quelle
lasciate davanti ai passaggi pedonali o davanti agli scivoli per disabili.
“Abbiamo già inviato al Comune alcune segnalazioni su aree che consideriamo particolarmente critiche – riprende Murè – ce ne sono tantissime. Ad esempio l’intersezione tra il Viale della Libertà e l’inizio della ciclabile sulla litoranea, o all’incrocio davanti alla prefettura, dove per il ciclista è estremamente rischioso
proseguire su Via Garibaldi in direzione sud, perché molti automobilisti tagliano la strada in modo
pericoloso in direzione Corso Cavour. E aggiungiamo che il problema non riguarda solo chi si muove in bici, ma anche chi va a piedi, e soprattutto le persone anziane. Sentiamo sempre di più di residenti anziani che hanno difficoltà ad attraversare la strada. Ad esempio in via Garibaldi, dove andrebbero collocati più dossi rallentatori rispetto a quelli esistenti davanti alla chiesa di San Giuliano e davanti a Palazzo Zanca”. . “Abbiamo già casi di piccoli incidenti, che non finiscono sui media. Un nostro socio è stato tamponato qualche tempo fa, riportando delle microfratture a un pollice – ricorda Saija – e quando facciamo le nostre inchieste su come promuovere la mobilità in bici, la risposta più frequente è che Messina è troppo
pericolosa”.
“Ci rendiamo conto – aggiunge Saija – che la bacchetta magica non esiste e non è possibile intervenire dappertutto, ma dall’amministrazione servono segnali chiari. Se incoraggiamo la mobilità alternativa, dobbiamo mettere i cittadini in grado di praticarla in sicurezza, partendo dalle misure di moderazione del traffico e della velocità. Prima che ci scappi il morto”.
Fiab Messina Ciclabile metterà il tema al centro di iniziative in programma per la Settimana europea della mobilità 2024, che si terrà dal 16 al 22 settembre.