Associazione per delinquere, truffa aggravata, violenza privata e tentata estorsione. Sono i reati di cui sono gravemente indiziate sette persone, arrestate stamani dalla Polizia Giudiziaria di Stato della Procura di Patti e dai Commissariati di Polizia di Capo d’Orlando e Patti, su provvedimento del giudice del Tribunale di Patti, Eugenio Aliquò, e richiesta dei sostituti procuratori Alessandro Lia e Federica Urban.
Vanno in carcere Elvira Parisi, Gino Paterniti, Doina Negru Rodica, Lidia Messina e Gaetano Capra. Ai domiciliari, invece, Teresa Prinzi e Rosario Lombardo Facciale, mentre una ottava persona è all’estero. Durante le perquisizioni domiciliari, sono stati sequestrati appunti con informazioni sulle vittime e materiale esoterico, che hanno evidenziato solidarietà reciproca tra i componenti del gruppo e ruoli ben ripartiti.
Agganciavano persone deboli, le convincevano dei loro poteri magici e le inducevano a versare grosse somme di denaro in cambio delle loro presunte prestazioni professionali.
Le indagini sono partite dalla denuncia di una vittima, che diceva di aver versato centinaia di migliaia di euro a queste persone. Intercettazioni telefoniche, testimonianze e perquisizioni, per quasi due anni, hanno svelato l’esistenza di un’associazione criminale con base operativa a Santo Stefano Camastra ma attiva su tutta la provincia, con a capo Gino Paterniti, detto “il conte”, ed Elvira Parisi, che si spacciavano per “maghi” e cartomanti, dotati di poteri occulti ed esoterici, in continuo contatto tra loro, si consigliavano sulle migliore strategie da adottare, spesso scambiandosi i clienti e dividendosi i guadagni illeciti.
Donia Negru Rodica faceva da collegamento tra i due, dava assistenza nell’attività esoterica, interpretava il ruolo di una fantomatica Alessia, con accento straniero, e metteva a disposizione la propria carta Postepay per ricevere i pagamenti.
Elvira Parisi era assistita e riceveva suggerimenti e consigli dagli altri componenti del gruppo: la nipote Teresa Prinzi, detta Titti; Lidia Messina, che procacciava e gestiva molte vittime, interpretando in alcuni casi il ruolo di una inesistente Ester. Poi due persone che prima assumevano il ruolo di vittime e poi di associati: Rosario Lombardo Facciale, detto Carlo, che era diventato stretto collaboratore di Elvira Parisi, facendo anche da intermediario con alcune vittime; Gaetano Capra, detto Tanino, poi diventato il compagno di Elvira Parisi, che si occupava di ritirare il denaro contante e anche lui era intestatario di una delle carte prepagate su cui avvenivano le ricariche.