Dal 24 ottobre al 14 novembre, 22 giorni di crisi idrica cessata solo grazie alla posa di tubi flessibili al posto della condotta danneggiata dalla frana di Calatabiano. Una soluzione provvisoria che, si disse in modo ottimistico, doveva reggere per tre o quattro mesi. Ne sono trascorsi molti di più e, con l’avvicinarsi dell’estate, l’Amam aveva più volte lanciato l’allarme: è alto il rischio incendi e il conseguente danneggiamento anche dei tubi provvisori, esattamente ciò che si è verificato stamattina, con l’ennesima interruzione dell’erogazione idrica.
Ma perché sono trascorsi molto più dei tre o quattro mesi previsti e il consolidamento del versante di Calatabiano non è ancora iniziato? “Perché per fare il progetto e reperire i fondi ci vuole tempo – risponde l’assessore regionale al territorio e ambiente, Maurizio Croce -. La Protezione Civile regionale ha presentato il progetto un mese fa ed è stato emesso un decreto di finanziamento da 1 milione e 24mila euro, che ora è in fase di registrazione alla Corte dei Conti. Il dirigente Calogero Foti mi ha detto che entro metà agosto sarà aggiudicata la gara d’appalto. Non dico che siamo scevri da responsabilità ma abbiamo avuto bisogno di tempo, qualcuno potrà dire che il tempo lo abbiamo perso, ma servivano somme e progetti e stiamo facendo quello che avevamo detto. Non esisteva alcun progetto, bisognava redigerlo ex novo e reperire effettivamente i fondi necessari”.
Dopo la difesa, Croce passa all’attacco: “Ho la sensazione che si tenda a scaricare le colpe sulla Regione ma ognuno deve prendersi le proprie responsabilità. Noi ci occupiamo del consolidamento ma la sorveglianza, la manutenzione e il rifacimento della condotta spetta ad Amam. C’è stato un incendio, ma chi sorvegliava la condotta?”.
L’ultima risposta, infine, è per la deputata Mariella Gullo, che ha accusato la Regione dei ritardi: “Dice cose inesatte e fa strumentalizzazione politica – conclude Croce -. Non ho mai promesso 24 milioni, ma 1 milione e 24mila euro, forse il numero 24 l’avrà confusa”.
(Marco Ipsale)