L’ultima riunione sui rifiuti ha scatenato nuove polemiche e adesso la questione dell’affidamento a MessinaServizi rischia di trascinare amministrazione, consiglio, servizio, lavoratori in un baratro profondo. In questo momento si naviga a vista, con un rimpallo di responsabilità costante e con una guerra che rischia di mettere da una parte i buoni e dall’altra i cattivi, senza che però il quadro generale sia davvero chiaro. L’assessore Signorino e l’amministrazione hanno puntato il dito contro quei consiglieri che alimentano i dubbi e che adesso sono stati etichettati come i responsabili di un eventuale disastro ambientale e occupazionale (VEDI QUI).
C’è però chi non ci sta ad assistere a quella che è una vera e propria “telenovela che rappresenta la definitiva consacrazione del pressapochismo e dell’improvvisazione di chi, in questo momento, ha in mano i destini della città, sia Amministrazione che Consiglio» E’ il sindacato Fiadel che ritiene che la cosa più preoccupante e che rappresenta uno dei punti più bassi raggiunti dalla politica cittadina sia il malcelato tentativo di strumentalizzare i lavoratori, vero anello debole della catena, per forzare una decisione in un senso o nell’altro.
“Di fatto i lavoratori appaiono come una testa d’ariete per fare breccia in quella che sarebbe stata la strada maestra tracciata al tavolo tecnico permanente istituito presso la Direzione Territoriale del Lavoro: il transito dei lavoratori alla SRR Messina Area Metropolitana ed il successivo distacco alla società cui verrà affidato il servizio. Il Comune di Messina ha voluto seguire una strada diversa con la costituzione della nuova società: se tale strada dovesse fallire la responsabilità sarebbe da addossare in parti esattamente uguali fra l’Amministrazione Accorinti ed il Consiglio, reo quest’ultimo di non aver espresso chiaramente la propria posizione già in sede di costituzione della società stessa. Una cosa è certa: il primo luglio la SRR Messina Area Metropolitana, che a quel punto avrà in carico i lavoratori che già in quel momento faranno formalmente parte del proprio organico, dovrà affidare , anche con ordinanza contingibile ed urgente, il servizio ad un soggetto presso il quale i lavoratori stessi saranno distaccati».
Vuole dire la sua anche la consigliera comunale Ncd Daniela Faranda che ha votato no fin dal principio del percorso: «Come sempre con l'acqua alla gola ed in evidente condizione di difficoltà per colpa della propria approssimazione e testardaggine e per giustificare il fallimento di un percorso assurdo, l'amministrazione agisce nel modo peggiore: facendo leva sulla logica del bisogno e toccando i nervi scoperti dei dipendenti. So per certo che gli assessori parlando con i lavoratori di Messinambiente hanno scaricato sul Consiglio comunale le responsabilità di tutto e le conseguenze persino di ipotetici affidamenti e paventati "licenziamenti". Come se non fosse Accorinti e la sua Giunta ad amministrare la città. Il tutto nella stessa giornata in cui il sindaco, affiancato dagli assessori, si è presentato in commissione dei Capigruppo chiedendoci proprio sostegno e supporto. Alzare il livello di tensione consapevolmente è un atto irresponsabile e pericoloso, sintomatico di una cattiva fede imperdonabile. Dare il via ad una caccia alle streghe e bollare i consiglieri (soprattutto quelli che da subito avevano espresso alla giunta la propria contrarietà alla costituzione di una società in house) come i colpevoli assoluti è di una gravità inaudita. E, come se non bastasse, il professor Ginatempo, che tanto evidenza il rischio di danno erariale causato dalle decisioni del consiglio, perché invece non si preoccupa di quello cagionato dalla nomina di vertici già effettuata, senza che neppure si attendesse l'esito del voto d'aula? E mi chiedo inoltre, perché l'amministrazione che, a Messinambiente ha affidato direttamente il servizio, non faccia lo stesso con Messinaservizi? Qual è la discriminante? Insomma, se proprio avesse voluto raggiungere il risultato senza intoppi, perché mai la giunta ha deciso di far passare dal Consiglio la decisione? Serviva forse qualcuno su cui scaricare la responsabilità di un flop?».
Intanto si attende qualche notizia anche dalla Prefettura, sono stati in tanti in questi giorni a rivolgersi al Prefetto Francesca Ferrandino. Tra questi anche l’Udc di Messina, già una decina di giorni fa, aveva intuito che fosse arrivato il momento per un intervento della Prefettura sulle vicenda dei rifiuti. Per il coordinatore Giovanni Frazzica, all’aspetto ambientale andrebbe aggiunto anche il dato economico, ma per quello potranno meglio operare gli organi di controllo istituzionale contabile che, con la dovuta serenità, sapranno attribuire le eventuali responsabilità. Non ultima quella di un danno erariale evocato da chi lo produce incassando uno stipendio da “Amministratore Unico” di un’Azienda che di fatto non lavora.
F.St.