«Scelte politiche forti e coraggiose» per rendere il territorio attrattivo per gli investimenti e creare sviluppo. È questa, secondo la Fim Cisl, la strada da percorrere per superare definitivamente il periodo di crisi e vincere la sfida della ripartenza. Un’analisi svolta nel corso del X congresso della Federazione dei Metalmeccanici che si è tenuto presso la Raffineria RAM di Milazzo e che ha confermato Nino Alibrandi come segretario generale di categoria per i prossimi quattro anni. In segreteria, insieme al riconfermato Giuseppe Crisafulli dell’indotto Raffineria, entra Giovanni Bombaci, dipendente della Intermarine ex Rodriquez.
Partendo da quello che, nei secoli, era diventato un punto di riferimento fondamentale per le navi che attraversavano il Mediterraneo. «È la zona falcata, il cuore pulsante di una città che ha sempre tratto dal mare la propria ragione d’essere, ma dalla metà degli anni novanta vive un degrado senza precedenti. Dove prima c’erano decine di aziende che davano lavoro a migliaia di persone tra diretti e indotto, adesso sopravvivono solo poche realtà. Emblematico il caso della Rodriquez. La sola possibilità di ripresa per la Zona Falcata di Messina è realizzare una bonifica seria. Invece di recente è stato sistemato solo qualche marciapiede; nella zona dove sorgeva l’accampamento rom è stato realizzato un parco giochi da un’azienda privata; si è iniziato a smantellare l’inceneritore. La strada per un vero recupero è ancora tutta da percorrere».
Alibrandi, nella sua relazione, ha ricordato «la chiusura di decine e decine di aziende negli ultimi 20 anni con la perdita di un bagaglio inestimabile di conoscenze e competenze nel settore della cantieristica navale tramandate da una generazione all’altra».
Ma il segretario della Fim Cisl ha voluto evidenziare come sia ancora presente il degrado e l’abbandono anche in quello che resta degli insediamenti industriali della zona tirrenica.
«Il simbolo dello sfruttamento sistematico del territorio da parte di un’imprenditoria senza scrupoli è la ex Pirelli di Villafranca Tirrena. Quando la Pirelli ha abbandonato la produzione, ha lasciato dietro di sé macerie e desolazione e anche il tentativo di re-industrializzare l’area, all’inizio degli anni duemila, è fallito. Dove prima c’erano 50-60 aziende, adesso ne sopravvivono meno di dieci. Lo stesso destino della Pirelli di Villafranca Tirrena è toccato all’area ex ASI di Giammoro. Anche qui le zone sono state cannibalizzate da imprenditori senza scrupoli che hanno comprato per pochi spiccioli terreni che adesso valgono molto di più».
Giovani, lavoro e territorio sono le parole scelte per lo slogan dei lavori congressuali ma «possiamo sintetizzarli in una sola: futuro – ha detto Alibrandi – riferendosi anche alla presenza della Raffineria di Milazzo e della centrale di San Filippo del Mela che rendono la zona fortemente industrializzata e genera conflitti e scontri con le associazioni ambientaliste. Per cui non resta che una sola via d’uscita possibile, cioè quella dir coniugare occupazione e salute attraverso la bonifica delle aree, sia quelle dismesse che quelle ancora produttive. Nonostante la gravissima crisi economica e l’emorragia di posti di lavoro, sindacato e lavoratori non possono e devono mollare».