La “cuspide” del promontorio anticiclonico nord-africano (una costola del più famoso anticiclone sahariano legato alla “Cella di Hadley”), sta raggiungendo la Sicilia e le regioni del sud peninsulare, avvettando su queste masse d’aria veramente “roventi”, di diretta estrazione sahariana. Dall’analisi sinottica odierna si evidenzia come questo promontorio anticiclonico subtropicale sia contraddistinto da una “avvezione di spessore” (flusso d’aria calda che si estende alle quote superiori della troposfera) che sta determinando un ulteriore incremento dei valori di geopotenziale in quota (pressione in quota), producendo una estesa fascia di “subsidenze atmosferiche” (lente correnti discendenti tipiche nei regimi anticiclonici) che stanno contribuendo a far impennare le temperature su vaste aree del sud, e soprattutto sulla Sicilia. Nella giornata odierna il promontorio anticiclonico, di matrice subtropicale nord-africana, si è ulteriormente rinvigorito, causa l’affondo di una saccatura fredda atlantica sulla Francia, responsabile dei violenti temporali (con danni annessi) che stanno colpendo la Spagna, la Francia e la Svizzera. L’ulteriore apporto di masse d’aria calde e secche in quota, di tipo subtropicale continentale, provenienti dagli “arroventati” deserti dell’Algeria orientale e della Libia occidentale (dove si superano i +45°C +46°C all‘ombra), sta dando una notevole enfasi alla già sopra citata “avvezione di spessore”, che si è già estesa alle quote superiori della troposfera (per questo si definisce di “spessore”).
Questi flussi caldi, d’origine sub-tropicale continentale (provenienti dalla regione sahariana, dai 25°-30° latitudine nord), crescendo di quota tendono ad investire una maggior fetta di troposfera, comportando importanti aumenti dei valori di geopotenziale (a 500 hPa, circa 5100 metri di altezza), coadiuvati da sensibili aumenti termici (sia d’origine radiativa che per il contributo dell’insolazione). L’aumento dei valori del geopotenziale in quota tende a stabilizzare maggiormente la massa d’aria calda, che sale dalle latitudini subtropicali, associando ad essa condizioni spiccatamente anticicloniche, anche se non manca mai la copertura nuvolosa, di tipo avvettivo (alta e stratiforme). Il rialzo del geopotenziale in quota, oltre a stabilizzare la massa d’aria sub-tropicale, sempre che non vi siano intrusioni fredde nell’alta troposfera dai quadranti sud-occidentali o occidentali (spesso responsabili dello scoppio improvviso dei violenti temporali pre-frontali che salgono il ramo ascendente di una saccatura o di una giovane ciclogenesi), favorisce al contempo una recrudescenza della calura nei bassi strati, vuoi anche per il contributo dell’insolazione che della stessa ventilazione meridionale, dominante in seno ai flussi subtropicali.
E’ proprio in questa fase che tende a svilupparsi la cosiddetta onda di calore che s’innesca lungo i confini fra un’area anticiclonica, particolarmente strutturata nella media troposfera, e il ramo ascendente (bordo orientale) di una estesa saccatura che dalle alte latitudini si estende verso sud. Sul bacino del Mediterraneo l’avvento delle classiche ondate di calore si delinea nell’erezione, verso nord o nord-est, di robusti anticicloni di blocco che dall’entroterra desertico del Marocco, dell’Algeria e della Libia si innalzano verso il Mediterraneo, venendo alimentati al proprio interno da un esteso flusso di aria calda e molto secca che viene aspirata direttamente dal Sahara centro-occidentale, più precisamente dall’area del Maghreb. In genere in queste situazioni l’aria già di per sé molto calda, salendo verso il Mediterraneo viene ulteriormente scaldata dalle “subsidenze atmosferiche” (correnti discendenti tipiche nelle aree anticicloniche) e dall’intensa insolazione e scarsa umidità, inibita proprio dalla “compressione” verso il basso delle masse d’aria. Tale mix di elementi comporta un sensibile aumento delle temperature che si riscontra soprattutto nei medi e bassi strati della troposfera.
Le configurazioni adatte per l’innesco delle ondate di calore risultano molto frequenti fra la tarda primavera e l’estate e possono interessare anche l’Europa centro-settentrionale, con risentimenti fino alle latitudini subpolari, e oggi più frequentemente persino sull’oceano Artico. Tale dinamica sta determinando oggi un ulteriore aumento dei valori termici, che fra domani e mercoledì schizzeranno fino a oltre i +34°C +35°Csulle coste, con picchi fino a +40°C +42°C sulle aree più interne. Fra domani e mercoledì, durante l’arrivo del picco di questa ondata di calore, localmente si potranno misurare valori di ben +43°C +44°C su alcuni luoghi dell’entroterra dell’ennese, catanese e siracusano. Mentre massime fino a +38°C +40°C si potranno raggiungere pure sul palermitano, e nel messinese, specie nella piana fra Barcellona P.G. e Milazzo. Va anche detto che il cielo , nonostante la canicola, si potrà presentare nuvoloso, velato, a tratti persino coperto, per il transito di nubi alte. Nel corso della settimana il passaggio di infiltrazioni di umidità in alta quota, provenienti dalle latitudini subtropicali oceaniche, sopra questa bolla d’aria rovente, potrebbe incentivare persino dei locali temporali di calore in prossimità dei rilievi, nelle ore centrali del giorno, con possibili fulmini e persino dei “downburst secchi” (le gocce di pioggia prima di raggiungere il suolo tendono ad evaporare a causa delle alte temperature, originando forti e isolate raffiche di vento discendenti).