Il 2019 rischia di aprirsi col botto, aria gelida in discesa sullo Ionio

Il 2018 ci ha lasciati all’insegna del freddo e del maltempo, come prognosticato nei giorni che precedevano il Natale. Il 2019 sembra intenzionato, fin dall’inizio, a sorprenderci, regalandoci un lungo ed intenso episodio di freddo che potrebbe portarci tante bianche “sorprese”.

Difatti, il definitivo rallentamento del flusso perturbato atlantico sta permettendo agli anticicloni, presenti sul vicino Atlantico, di ergersi verso latitudini più settentrionali, fin sul Polo, arrivando ad aspirare masse d’aria molto fredde dalle latitudini artiche fin verso i Balcani e l’Italia.

In queste situazioni, specie quando l’anticiclone posiziona i propri massimi al suolo fra la Francia e l’Inghilterra, sono le regioni adriatiche e quelle del sud Italia ad essere colpite maggiormente dalle ondate di freddo che scivolano dalle vaste distese pianeggianti dell’Europa orientale, mentre le regioni settentrionali si ritrovano protette dallo spartiacque alpino, che fa da barriera all’aria fredda.

Pertanto il tempo nei primi giorni del 2019 sarà dominato da queste continue irruzioni di aria fredda, in discesa dai Balcani, che provocheranno un generale calo delle temperature, che comincerà a farsi particolarmente marcato già a partire dal 3 gennaio.

Pertanto quella di Capodanno, martedì 1 gennaio 2019, sarà l’unica giornata dal tempo prevalentemente asciutto, con cieli in larga parte poco nuvolosi o al più parzialmente nuvolosi, con qualche annuvolamento in più solo sul versante settentrionale dei Nebrodi. I venti spireranno moderati dai quadranti settentrionali, con prevalenza del maestrale e della tramontana.

Farà freddo pure di giorno, visto la natura della massa d’aria, piuttosto secca e pungente, con le massime che non varcheranno i +12°C, mentre le minime scenderanno al di sotto dei +9°C +8°C.

Quella di mercoledì 2 gennaio 2019 sarà un’altra giornata dal tempo per lo più variabile, fin dal mattino, con larghi spazi di sereno alternati al passaggio di veloci annuvolamenti, un po' più compatti sull’area tirrenica e sulla fascia nebroidea, dove fra il pomeriggio e la serata saranno possibili delle nuove precipitazioni che assumeranno prevalente carattere nevoso sui Nebrodi, dapprima solo sopra i 1200 metri, ma con tendenza a rapida diminuzione della quota neve dalla serata successiva. Tempo secco e asciutto sulla fascia ionica.

A partire dalla giornata di giovedì 3 gennaio 2019 un nucleo di aria fredda, e particolarmente gelida in quota, proveniente dalla Finlandia, scivolerà molto rapidamente verso l’Europa carpatico-danubiana, per raggiungere il basso Tirreno e le nostre regioni meridionali.

I fortissimi divari termici, fra bassa e media troposfera, innescheranno il cosiddetto “Tirreno sea effect snow”. Ossia lo sviluppo di imponenti annuvolamenti cumuliformi (cumuli, cumulonembi ghiacciati in aria fredda) carichi di rovesci e temporali, che spesso possono assumere carattere nevoso fino a bassissima quota, se non addirittura sulla costa.

Proprio per questo quella di giovedì 3 gennaio 2019 sarà una giornata pesantemente condizionata dal maltempo invernale indotta dal fenomeno del “Tirreno sea effect snow” che sfornerà continue precipitazioni, anche a sfogo temporalesco, che dal mare delle Eolie si muoveranno molto velocemente in direzione delle coste tirreniche del messinese e sullo Stretto di Messina, dando luogo ad intensi rovesci di neve sui Nebrodi e i Peloritani, inizialmente fin dai 800-700 metri, ma con la quota neve tendente a calare in modo anche drastico dalla serata successiva.

Ma attenzione, perché fra il 4 e il 6 gennaio, con l’ingresso di aria sempre più fredda (isoterma prossima ai -6°C a 1100 metri pronta ad abbracciare il messinese) e l’abbassamento della quota dello “zero termico”, fin sotto i 400 metri, i fiocchi di neve, durante i rovesci più intensi, rischiano di spingersi fin sulla bassa collina, con qualche fioccata svolazzante persino sui litorali.

In particolare sulle coste sottovento al vento di tramontana (quindi non esposte al calore latente sprigionato dal mare), come quella dello Stretto di Messina e del versante ionico, fino a Taormina. In particolare su alcune zone della città e lungo la costa ionica la tramontana, provenendo da terra (scendendo dai Peloritani già innevati l’aria si raffredderà ulteriormente), rischia di causare quel giusto raffreddamento della colonna d’aria, in grado di garantire l’ambiente adatto per fioccate e rovesci di neve molto veloci.