Nel suo piccolo gli effetti del cambiamento climatico da diverso tempo cominciano a vedersi anche in riva allo Stretto di Messina. Oltre al significativo aumento delle temperature medie mensile (nel lungo periodo), uno degli elementi portanti del cosiddetto “global warming”, negli ultimi anni si sta assistendo anche ad una più complessa mutazione del regime circolatorio che comporta anche bruschi cambiamenti del tipico clima mediterraneo nell’ambito stagionale. Entrando un po’ nel dettaglio, dall’analisi dei dati ricavati dall’osservatorio meteorologico del capoluogo peloritano (gestito dal Servizio Meteorologico dell’Aeronautica Militare), negli ultimi anni si è notato come gli autunni e gli inverni siano sempre più caldi e piovosi, con scarti termici anche significativi, di oltre i +1°C +1,5°C rispetto quelle che dovrebbero essere le tipiche medie stagionali. Eppure paradossalmente le primavere e le estati, salvo delle eccezioni, sembrano siano diventate sempre più fresche e instabili, rispetto ai decenni passati, tanto che alcuni mesi hanno fatto riscontrare importanti anomalie termiche negative. In poche parole, mentre le stagioni autunnali e invernali diventano sempre più tiepide del solito, le primavere e le estati rispecchiano un andamento decisamente controcorrente, con frequenti fasi di instabilità nei mesi che per tradizione dovrebbero essere caratterizzati da una maggiore stabilità. Basta vedere le anomalie riscontrate lo scorso mese di agosto, risultato uno dei più freschi degli ultimi 15 anni, controbilanciate dalle anomalie positive accumulate in queste mese di ottobre, che con molta probabilità, salvo sorprese, chiuderà con uno scarto termico superiore alla media.
A Messina ormai da oltre 5 anni non si riescono più a misurare valori di oltre +40°C durante le ondate di calore più intense dell’estate. Segno di come recentemente si sia invertito quel trend di estati calde e afoso visto agli inizi degli anni 2000 e culminato con la storica onda di calore del 27 giugno 2007, quando in città si sfioro per soli due decimi il record assoluto di caldo di +43,6°C (fatto mai avvenuto in giugno), risalente all’estate del 1999. Da non sottovalutare neppure il dato delle precipitazioni. Anche Messina, come gran parte delle località del sud Italia, vede una diminuzione delle giornate di pioggia, ma al tempo stesso un notevole aumento delle fasi precipitative intense (rovesci, temporali). Sostanzialmente ciò vuol dire che oggi, rispetto al passato, piove di meno, ma quando arrivano le precipitazioni esse si presentano più intense, e quindi spesso in poco tempo possono scaricare quantità di acqua maggiori, creando notevoli criticità ad un territorio non abituato a questo cambiamento del regime pluviometrico. Un altro fattore che potrebbe essere correlato ai cambiamenti climatici riguarda la sensibile diminuzione della ventosità sullo Stretto, ossia sempre meno giornate di vento sostenuto rispetto alle statiche elaborate negli ultimi 60 anni. Mentre abbiamo avuto un lieve aumento delle giornate di “bonaccia”, specialmente in tarda primavera e in autunno.
Daniele Ingemi