Dopo una settimana caratterizzata da condizioni di moderato maltempo, con piogge e temporali, anche abbondanti, soprattutto sull’area nebroidea, dove sono caduti fino a 180 mm di pioggia in 24 ore, il tempo sul messinese volge verso il miglioramento. Come già evidenziato in questo articolo, il prossimo fine settimana sarà caratterizzato da maggiori spazi soleggiati, inframmezzati da annuvolamenti sparsi che si faranno avanti nella seconda parte della giornata domenicale. La depressione che si è isolata sul basso Canale di Sicilia, la scorsa notte, si è da subito spostata verso il basso Ionio, scorrendo sopra un vasto tratto di mare, caratterizzato da acque superficiali calde (soprattutto il mar Libico, che misura valori +25°C +26°C).
In queste ore, muovendosi in mezzo allo Ionio, allontanandosi sempre più dalle nostre coste, si sta assistendo a un processo di “warm seclusion” che si verifica quando l’arretramento del fronte caldo e dell’aria calda pre-frontale, ad esso associato, sul settore post-frontale, porta all’isolamento di una vasta bolla di aria calda, che viene circondata lungo i suoi lati dalle masse d’aria fredde post-frontali, dominanti sul settore occidentale della circolazione ciclonica extratropicale. Tale processo, sopra descritto, porta, così, all’isolamento di un nucleo di aria calda proprio nei pressi del minimo depressionario, facendo assumere al sistema le tipiche caratteristiche “ibride”, sub-tropicali, o nei casi più rilevanti più propriamente tropicali.
In questo caso il ciclone potrebbe diventare sub-tropicale ancor prima di toccare le coste greche, con il “cuore caldo” che comparirebbe solo nei bassi strati (850 hPa), a circa 1500 metri, mentre alle quote superiori prevale ancora l’aria più fredda, anche se durante l’evoluzione della “tropical transition” il “cuore caldo” può ampliarsi e estendersi verso l’alto. Da notare, inoltre, come l’intenso nucleo di vorticità positiva (valori molto elevati) nella media troposfera (500 hPa) combacerebbe perfettamente con il minimo (e l’occhio) della circolazione depressionaria. Una caratteristica che si vede nei sistemi ibridi (subtropicali), o tropicali. Nei cicloni più propriamente tropicali (vedi il caso recente di “Ianos”) la convezione (i moti ascensionali che producono temporali) è molto più profonda, con imponenti cumulonembi temporaleschi che possono agevolmente superare i 14 km di altezza, vista la maggior quantità di calore latente assorbita dalla superficie marina in un ambiente già di per sé molto umido nei bassi strati.
L’evoluzione del ciclone, da un sistema extratropicale (tipico delle nostre latitudini) a un sistema subtropicale (caratteristico delle latitudini a cavallo fra il tropico e l’area temperata), non avrà alcun tipo di effetto sui nostri territori, se non una temporanea intensificazione della ventilazione, con componente piuttosto rafficata, da NW e N-NW, soprattutto sullo Ionio a largo, e qualche isolata onda molto lunga in arrivo sui litorali del basso Ionio, da Capo Sant’Alessio fino a Capo Passero. Le coste greche occidentali, invece, si prepareranno a fare i conti con forti venti, mareggiate e temporali, anche intensi.