Qualcosa si muove. Ancora a piccoli passi, ma è un inizio. O, quantomeno, un nuovo inizio. L’assessore regionale ai Trasporti e alle Infrastrutture Marco Falcone ha convocato per il prossimo 29 ottobre l’incontro tra Regione, Comune di Messina, Atm e Ferrovie dello Stato per riaprire la discussione sul biglietto integrato di Messina. Dunque, sulla Metroferrovia. Un impegno che l’assessore regionale aveva preso proprio a Messina lo scorso 5 ottobre, durante l’incontro promosso da Tempostretto per puntare al rilancio di un servizio e di un’infrastruttura che rappresentano una grande risorsa e, al momento, un’opportunità sprecata. Il nostro giornale ha deciso di battersi per una Metroferrovia che possa diventare efficiente, appetibile, conveniente. Il primo incontro ha riunito a Messina la Regione, il Comune e l’Atm. Mancavano le Ferrovie dello Stato. Sono questi i motori che devono decidere se credere in questo rilancio.
L’assessore regionale alle Infrastrutture Marco Falcone ha dichiarato a chiare lettere che la Regione c’è e per questo aveva annunciato che già nei giorni successivi avrebbe convocato a Palermo i protagonisti di questa partita. L’incontro però era saltato, nel frattempo sono trascorse quasi due settimane e iniziava a farsi spazio nuovamente quella sensazione di disinteresse che in questi anni ha caratterizzato la sfortunata epopea della Metroferrovia. Invece, ecco che quel rinvio ha trovato una nuova data: il prossimo 29 ottobre, alle ore 15.30, l’assessore Falcone ha dato appuntamento a Trenitalia, Comune di Messina e Atm per riavviare finalmente quel dialogo necessario che potrà portare ad un vero rilancio del servizio.
Si partirà dal biglietto integrato. E’ questa forse la battaglia delle battaglie, quando si parla di Metroferrovia. Uno dei motivi per cui, in questi dieci anni, il servizio non è mai decollato è la mancanza di un biglietto unico che dia la possibilità di viaggiare contemporaneamente con treno, bus e tram. Ovviamente con una tariffa accessibile. Non potrà mai esistere un servizio di trasporto pubblico integrato se non ci sarà un biglietto unico. E nell’ottica di un tpl efficiente e sostenibile, Messina non può continuare a basare il suo sistema su un’architettura di mobilità che non tenga in considerazione la Metroferrovia.
L’assessore Falcone aveva promesso nei mesi scorsi che Messina avrebbe avuto già entro il prossimo mese di novembre il suo biglietto integrato, come già sperimentato a Palermo. Il nodo cruciale resta quello finanziario. Perché dev’essere un biglietto sostenibile in cui Regione e Trenitalia decidono di investire. Nei mesi scorsi il deputato messinese Franco De Domenico aveva individuato le risorse, già disponibili, da impiegare per coprire il biglietto unico. L’Ars all’unanimità aveva anche votato un ordine del giorno che impegnava il governo regionale a utilizzare queste somme provenienti dalle penali che le Ferrovie devono pagare proprio alla Regione Sicilia. Da allora però è trascorso quasi un anno senza che sia cambiato nulla. L’incontro della prossima settimana potrà essere l’occasione per riavviare il dialogo, sperando che non resti però solo un confronto che inizia e finisce senza poi ulteriori sviluppi.
Sicuramente, al momento, è una notizia da accogliere positivamente. Anche se, quando si parla della Metroferrovia di Messina, la cautela non è mai troppa. Perché negli anni le promesse, gli impegni, le buone intenzioni si sono poi scontrate sempre con i fatti. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Un servizio che potrebbe essere strategico ma che non è mai stato fatto decollare davvero. Nonostante 40 milioni di euro spesi. Tantissimi messinesi addirittura neanche sanno che tra la Stazione centrale di Messina e Giampilieri c’è un servizio di Metroferrovia, con stazioni e fermate che coprono i villaggi della zona sud e che darebbero la possibilità di raggiungere il centro da quel vasto comprensorio in tempi ridottissimi. Serve un biglietto economicamente appetibile e un numero di corse che renderebbe il servizio una vera metropolitana fuori terra.