“Nelle rilevazioni Tom Tom del 2021, Messina si è rivelata la terza città italiana per traffico di auto. Questo dimostra che manca una vera politica di mobilità urbana sostenibile e un trasporto pubblico efficiente. E’ fondamentale puntare sul potenziamento di infrastrutture e servizi pubblici disincentivando il mezzo privato”.
Il segretario generale della Uil Messina, Ivan Tripodi, e il segretario di Uil Trasporti, Michele Barresi, partono da questa premessa per “puntualizzare che l’estratto dell’offerta tecnico organizzativa redatto dalle società incaricate dall’amministrazione comunale e proposto per eventuali suggerimenti, propedeutico alla fase progettuale, si presenta come un documento scolastico e approssimativo. Un documento che ci appare unicamente finalizzato ad affascinare i non addetti ai lavori, senza elementi indispensabili, rimandando la sostanza ad approfondimenti successivi su punti determinanti per comprendere la fattibilità, la reale utilità e sostenibilità economica del progetto. L’estratto si presenta pertanto un esercizio puramente teorico, a volte anche impreciso e datato in alcuni aspetti e dati forniti”.
Nell’estratto tecnico si prendono ad esempio le esperienze di Venezia, Amsterdam e Sidney. “Ma Messina non è assolutamente assimilabile – proseguono Tripodi e Barresi -, occorre piuttosto chiarire da subito quale sia la reale finalità dell’eventuale realizzazione. Temiamo che, con eccessiva enfasi, sia stata già battezzata un’opera che ancora è nella fase della pura teoria presentandola come “fondamentale” per il Pgtu della città. Leggiamo a mezzo stampa (pubblicate dal nostro giornale) in queste settimane le dichiarazioni dell’assessore Mondello che testualmente definiscono, in maniera forse azzardata, la Metromare “progetto centrale con il piano del traffico e mobilità sostenibile“ della città”.
“Considerando il servizio proposto, con la realizzazione delle otto fermate e i relativi pontili in ambito urbano nella tratta da Tremestieri a Ganzirri, ci appare il servizio via mare non competitivo con altri mezzi in termini di tempi di percorrenza. In analogia teorica, infatti, con il servizio tra Napoli e la penisola sorrentina, qualunque sia la tipologia del mezzo navale impiegato, ogni fermata per sbarco e imbarco passeggeri rileverebbe un tempo non inferiore a dieci minuti tra attracco e ripartenza, accumulando su un tragitto totale compreso tra 8 e 10 miglia marine (circa 18 km) circa 70 minuti di soli tempi tecnici a fronte di circa 25 minuti di percorrenza diretta della tratta penalizzando così notevolmente la velocità commerciale fondamentale per un servizio pubblico di mobilità. Ad oggi inoltre sarebbe un doppione delle linee forti di mobilità su ferro – continuano Uil e Uil trasporti -, già esistente con la Metroferrovia in tutta la zona sud da Giampilieri alla Stazione Centrale Fs e con la linea Shuttle di Atm che di fatto percorre in meno di 80 minuti la medesima tratta urbana”.
“Di certo inoltre appare azzardato ipotizzare in fase progettuale e nella realtà urbana messinese una linea forte che sia perno della mobilità cittadina optando per il vettore marittimo, che dipendendo da fattori meteo marini variabili non garantisce adeguata affidabilità del servizio e di puntualità d’orario nell’interscambio tra vettori, fondamentale nel servizio urbano. Continuiamo a rilevare, come utile ritorno di esperienza, che analogo tentativo di interscambio a pettine, come si ipotizza nell’estratto, dei mezzi bus Atm verso la metromare è di fatto rimasto lettera morta sul servizio di metroferrovia”.
“Inoltre, rileviamo tra le altre imprecisioni dall’estratto tecnico come venga indicato il pontone galleggiante del molo Rizzo quale punto nevralgico di attracco nella zona del porto storico, ma ci risulta che lo stesso sia in dismissione e prossimo alla vendita perché l’area interessata, sia a terra che a mare, sarà oggetto di un intervento dell’Adsp dello Stretto di riorganizzazione per l’avvicinamento degli ormeggi degli attuali mezzi veloci alla Stazione Marittima ferroviaria. Per quanto riguarda il pontile individuato in Zona Falcata, evidenziamo che in sede di approvazione del Piano Regolatore Portuale nella zona è stata esclusa la possibilità di realizzare opere a mare”.
“Di maggior valenza, fattibilità e utilità è invece l’idea di un servizio di collegamento circolare nello Stretto – concludono Tripodi e Barresi – tra le fermate (ne basterebbero tre: Ganzirri, rada San Francesco e Tremestieri) sulla sponda messinese con Villa, Reggio e Reggio Aeroporto. Quindi, un servizio extra urbano, evoluzione e potenziamento dell’esistente e non prettamente di mobilità cittadina che riteniamo abbia più funzionalità e utilità per conurbare l’area dello Stretto che con oltre 450 mila cittadini rappresenta una delle più grandi aree metropolitane d’Italia. Restano per intero, alla luce dell’esperienza, le perplessità sulla sostenibilità economica, sui costi per l’utenza e quindi sull’appetibilità di un servizio che non riteniamo debba nascere solo come attrattiva turistica. Riteniamo che gli approfondimenti su dati concreti, che oggi non rileviamo, siano comunque imprescindibili ed urgenti. Pertanto, sollecitiamo un confronto approfondito e trasparente”.