Continua a far discutere la decisione dell’Agenzia delle entrate di chiudere l’ufficio di Milazzo.
La decisione è stata presa in rispetto a quanto stabilito dalle norme previste dalla legge sulla spending review; nel caso di Milazzo questa misura è resa più urgente per la carenza di indispensabili certificazioni dell’immobile attualmente in uso, più volte sollecitate alla proprietà e non prodotte. Si è pero discusso della possibilità di creare un Punto di assistenza fiscale (PAF) che rappresenti un riferimento per la popolazione del comprensorio. Diversi politici sono intervenuti sull’argomento. E qualche giorno fa all’assemblea regionale siciliana si è svolta una seduta nella quinta commissione, presieduta da Marcello Greco, alla quale hanno partecipato il direttore regionale Antonino Gentile, il sindaco di Milazzo Carmelo Pino e il deputato dei Dr, Giuseppe Picciolo.
E’ stato proprio il direttore Gentile a fare il punto della situazione spiegando che la decisione di chiudere Milazzo rientra nelle norme sulla spending review che impone la riduzione degli uffici territoriali, in quanto è stato varato dal Ministero un Piano di rientro nazionale che obbliga l’Agenzia a ridurre le spese di locazione e funzionamento del 50 per cento.
Il deputato Picciolo, pur prendendo atto della situazione e di quanto previsto dalla normativa, ha auspicato che possa venir fuori una soluzione condivisa assieme all’Amministrazione comunale. Il sindaco Pino ha invece fornito dei dati che mettono in discussione le motivazioni della soppressione di Milazzo collegata al contenimento delle spese.
“Qui non si parla di difendere un presidio cittadino ma un ufficio territoriale che comprende un territorio di oltre 50 mila abitanti, comprese le isole Eolie, dove la previsione di un semplice sportello non può essere sufficiente. In atto l’Agenzia paga 77 mila euro per la sede di vico Zirilli, ma stiamo parlando di un ufficio di prima fascia, di 30 dipendenti che ha prodotto risultati interessanti nella lotta all’evasione fiscale. Se poi confrontiamo questi parametri con gli altri uffici della provincia (Taormina, 14 unità, costo di locazione 117 mila euro), Patti (12 unità, 93 mila euro) o di Messina (canone annuo pari a ben 865 mila euro), ecco che diventa difficile poter giustificare il taglio di Milazzo per la spendig review. Se proprio la si deve applicare, essa va fatta su tutto e non in parte. Nel caso di Milazzo ci sono poi delle soluzioni alternative, anche perché due anni addietro proprio l’Agenzia ha pubblicato un bando per ricercare locali trovando offerte interessanti”. E a tal proposito Picciolo ha sottolineato che ci sarebbero delle possibilità di nuovi immobili con offerte di locazione a prezzi più bassi, lasciando anche intendere che i Comuni potrebbero venire incontro alle esigenze dell’Agenzia contribuendo alle spese: ipotesi che però il sindaco Pino ha ritenuto inattuabile.
“La spendig review– afferma Pino- non vale solo per l’Agenzia delle Entrate ma anche per i Comuni e i fatti ci dicono che non abbiamo avuto le risorse per mantenere il giudice di pace e ad oggi siamo costretti ad intervenire coattivamente per recuperare dalle altre municipalità, la quota relativa all’affitto dei locali per l’ufficio collocamento. La soluzione dunque passa solo esclusivamente da una revisione delle scelte da parte dei vertici regionali dell’Agenzia delle Entrate, considerando il ruolo di Milazzo e soprattutto facendo una comparazione dei costi di gestione di questo ufficio con tutti gli altri della provincia di Messina facendo anche un rapporto di costi-benefici. Ritengo che con un pizzico di buona volontà e un atteggiamento meno drastico si possa far quadrare la situazione e non penalizzare i cittadini e un vasto comprensorio”.