Mentre per Messina il dissesto è un’ombra minacciosa, una nuvola scura che sembra seguire i passi di cittadini e amministratori, per Milazzo, da pochi giorni è realtà. Il Comune è al default. La Corte dei Conti ha trasmesso la delibera adottata dopo aver ascoltato in audizione, l’assessore alle Finanze Pippo Midili ed il segretario generale Massimo Gangemi. Adesso il Consiglio Comunale di Milazzo ha 20 giorni di tempo per votare la delibera di dissesto, in caso contrario sarà il prefetto Stefano Trotta ad inviare un commissario che si sostituirà all’Aula, approverà la delibera e scioglierà il Consiglio.
Proprio l’assessore Midili è intervenuto a Palazzo Zanca al convegno organizzato dalla Cgil per discutere di tagli agli enti locali, ed a lui, che è già passato attraverso il nostro stesso percorso, abbiamo chiesto se il Consiglio comunale di Milazzo in questi 20 giorni voterà la “mannaia” oppure lascerà che la palla passi al Prefetto.
“Non lo so, non posso dirlo io. Certo è che questa è una scelta politica. Dolorosa ma politica Proprio ieri facevo un ragionamento su orgoglio e pregiudizio. In questo caso può accadere che l’orgoglio è pregiudizio. Bisogna essere coscienti del futuro che vogliamo lasciare alle prossime generazioni, se vogliamo lasciare al futuro i guasti della politica”.
Sulla situazione messinese, sull’orlo del baratro e aggrappata al “salvacomuni”, l’assessore milazzese Midili non vuol entrare nel merito, perché si tratta comunque di realtà diverse ed eredità di gestioni passate diverse.
“Non entro nel merito, ma anche in questo caso si tratta di questioni politiche, scelte esclusivamente politiche. Pensiamo al salvacomuni. Il decreto non prevede l’obbligo di chiedere di poter accedervi, ma solo la possibilità. Il singolo Comune deve fare una scelta. Se decide di accedervi dovrà comunque acquisire un ulteriore debito che viene dilazionato in dieci anni. Non penso che dilazionare un debito nel tempo sia la ricetta ideale. Allungare l’indebitamento di 10 anni non è premiante e lo si capisce da quanto sta accadendo in Italia”.
Pippo Midili non condivide quindi la tesi, sposata da alcuni consiglieri comunali che si sono rivolti all’avvocato Scurria per cercare di evitare o allontanare il dissesto, fatto peraltro ormai divenuto concreto con la decisione della Corte dei Conti. Secondo l’assessore si tratta di una scelta dolorosa, ma prettamente politica. Ed in fondo è proprio questo il cuore del problema, la politica deve fare delle scelte e non abdicare ai “tecnici” di turno.
“Se il dissesto è il male minore- conclude-dobbiamo prenderne atto. La parola dissesto di per sé non equivale a disonorevole. Per me disonorevole è non pagare gli stipendi, mettere la città in ginocchio, aumentare le tasse ai cittadini fino alla soglia massima. Questo è disonorevole”.
Rosaria Brancato