Milazzo. Unità di produzione idrogeno UHMU3, parla il sindaco Pino

“Il rilascio della concessione edilizia per la realizzazione dell’impianto Unità di produzione idrogeno UHMU3 e servizi annessi alla Raffineria è stato un atto meramente gestionale e non politico; è stato l’ultimo passaggio, atto dovuto, di un iter istruttorio durato circa tre anni, nel corso del quale non c’è stato alcun intervento da parte dei soggetti che oggi, strumentalmente, si intestano una battaglia ambientale, accusando questa Amministrazione di essere amica della Raffineria”.
Il sindaco di Milazzo, Carmelo Pino interviene per fare chiarezza su una questione da giorni al centro del dibattito politico.
“Va ricordato che dal febbraio 2009 al maggio 2010 si è sviluppato l’iter per il rilascio dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) da parte del Ministero dell’Ambiente alla Raffineria, adempimento propedeutico e inderogabile a qualsiasi successiva altra autorizzazione. Due anni nel corso dei quali si sono svolte riunioni a Roma, sopralluoghi a Milazzo, incontri per affrontare i diversi aspetti della materia. Per rispetto della verità, va ricordato che per il Comune di Milazzo ha partecipato al tavolo dei lavori rappresentato dall’ex sindaco Italiano che, solo nella fase conclusiva del lungo iter, si è avvalso anche di un esperto”.
“Sin dal nostro insediamento, pur nel rispetto dei reciproci ruoli – afferma il sindaco – abbiamo sempre preteso l’osservanza della normativa in vigore in materia di tutela della salute e sicurezza dei cittadini e pertanto rimandiamo al mittente ogni accusa gratuita e populistica, riservandoci di tutelarci nelle opportune sedi”.
“Entrando nel merito della questione di questi giorni -prosegue Pino – vorrei ricordare al consigliere Marano, ma anche a Stefano Marco Capone esperto a pagamento dell’Amministrazione Italiano ed esperto di Agenda 21, che anche i sindacati hanno sollecitato con un documento inviato al Ministero, l’approvazione dell’Aia alla Raffineria al fine di far partire quei cantieri per l’adeguamento degli impianti che dovrebbero avere una consistente ricaduta occupazionale. Inoltre ho voluto anche verificare i verbali delle varie riunioni alle quali partecipavano quali enti interessati, l’assessorato regionale al Territorio ed Ambiente, la Provincia di Messina, i Comuni di Milazzo e San Filippo del Mela e la Raffineria: dalle carte viene fuori che la Raffineria nella relazione presentata al gruppo istruttore del Ministero ha evidenziato che la realizzazione di quest’opera rappresenta una tappa obbligata per soddisfare il fabbisogno di H2, necessario agli impianti esistenti per incrementare la conversione dei residui pesanti in prodotti a più alto valore aggiunto ed a basso contenuto di zolfo”.
Spiega poi l’amministratore Pino che “il Comune di Milazzo, nonostante la presenza di esperti di Agenda 21, si è invece limitato a chiedere al Gruppo istruttore, di tener conto quali ulteriori prescrizioni della necessaria costruzione di un secondo impianto recupero vapori anche al pontile n. 2 della Ram, di utilizzare serbatoi a tetto fisso polmonati con emissioni opportunamente convogliate ad un sistema di abbattimento, così come previsto dal D. lgs. 152/2006 per lo stoccaggio di petrolio greggio e di prodotti di raffinazione. Nel febbraio 2011 è arrivata dal Ministero dell’Ambiente l’autorizzazione integrata ambientale e dopo tre mesi (maggio 2011) è stato rilasciato il decreto ministeriale di compatibilità ambientale per il progetto dell’impianto “Unità di produzione idrogeno UHMU3 e servizi annessi”.
Il Decreto contiene anche le considerazioni presentate in sede istruttoria anche da alcune associazioni locali (Cittadinanza Attiva, Adasc) e nel quale si dà atto del nulla osta di fattibilità rilasciato dal Comitato tecnico regionale per la Sicilia operante presso la direzione regionale dei Vigili del Fuoco, chiamato a svolgere l’istruttoria ai sensi del decreto legislativo 334/99 e successivi previsto per le industrie a rischio di incidente rilevante.
“A questo punto – conclude il sindaco – come fanno rilevare gli uffici comunali, la concessione edilizia diventa atto dovuto. Deve essere comunque chiaro a tutti che l’autorizzazione integrata ambientale rilasciata dal Ministero contiene prescrizioni ben precise che la Raffineria è tenuta ad adottare rispettando anche i tempi fissati. E’ questo l’aspetto che va attenzionato affinché l’azione di controllo e vigilanza sia sempre costante ed è cosa che questa Amministrazione farà”.
“Ai miei concittadini voglio ribadire ¬– conclude il sindaco – che la questione della salute pubblica e della bonifica ambientale era, è e resta tra gli impegni prioritari del mio mandato che spero di condividere con quanti, al di fuori di strumentalizzazioni politiche che non mi appartengono, ha a cuore il futuro di Milazzo”.
Proprio lAdasc, associazione difesa ambiente e salute dei cittadini, nella giornata di sabato aveva denunciato per l’ennesima volta un elevato tasso d’inquinamento.
“L’aria era irrespirabile- dichiara il Presidente Giuseppe Maimone- ho ricevuto decina di telefonate di persone allarmate. Personalmente ho percepito le frequenti puzze e accusato vertigini, bruciore agli occhi, alla gola così come tanti cittadini. E si ha il barbaro coraggio di parlare di costruire nuovi impianti che creeranno ulteriore impatto”.
“La nostra associazione- prosegue Maimone- già nel 2009 ha sollevato il problema, inviando osservazioni ministeriali, ed oggi si ritrova citata in un ricorso al tar presentato dalla Raffineria. È ridicolo leggere che l’impianto HMU3 abbatte le emissioni in atmosfera. Prima di parlare bisogna avere concezione di ciò che si dice, bisogna leggere attentamente la corposa documentazione. Bisogna avere il coraggio di informare la cittadinanza sulla reale situazione, sui reali rischi. L’amministrazione comunale di Milazzo conferma sempre di più di essere amica della raffineria di Milazzo, mostro industriale portatore di problemi sanitari, ambientali e turistici. Per l’ennesima volta a discapito dei milazzesi, si è venduta la città al colosso industriale il cui unico obiettivo è il lucro. Siamo pronti a far valere le nostre ragioni in qualunque sede ed a smascherare tutti gli attori. Il sindaco ha il dovere morale di informare la popolazione sulla reale situazione ambientale che attanaglia la popolazione e di dichiarare una volta per tutte se è a fianco delle industrie o dei cittadini”.
Serafina SErena Sframeli