E’ stata una calda domenica quella di ieri, che non dava certo molte possibilità di scelta sul da farsi: o chiusi in casa a refrigerarsi tra condizionatori e ventilatori o a mare a cercare un po’ di ristoro in acqua.
Tutti i bagnanti in spiaggia, da Milazzo fino a Spadafora, hanno potuto assistere così alla domenica della “fiaccola”: una fumosità più intensa della torcia della Raffineria.
Tante le foto sui social e tanti gli “allarmi” creati: tornano subito in mente le fiamme della notte del 27 settembre e la gente inizia subito a chiedersi cosa fare.
Ma cosa è successo veramente?
La Ram, con una propria nota, ha subito chiarito che si trattava semplicemente di operazioni di avviamento dell'impianto FCC, nel corso dei quali potevano verificarsi dei transitori con produzione di gas in eccesso che venivano convogliati in torcia. L'andamento della pressione nel sistema torcia (il cosiddetto Blow Down) è normalmente oscillante in funzione del carico e dell'assetto dei vari impianti, determinando il cosiddetto "sfiaccolamento"; per portate di gas in torcia di particolare entità può rendersi visibile una fiamma fumosa, proprio come ieri.
Diversi gli interventi dei gruppi ambientalisti.
Marano, con il suo Meetup Milazzo Verde, parla di “continui attentati alla salute: ieri si sono registrate emissioni continue di sostanze tossiche e cancerogene,di fumo nero e denso dalla torcia della stessa Raffineria, emissioni che hanno messo in allarme un numero crescente di cittadini di Milazzo e della Valle del Mela compresi i turisti che passeggiavano per il centro e per il porto. La nuova amministrazione comunale proprio nei giorni precedenti a questi eventi aveva per mezzo del sindaco Giovanni Formica avviato un protocollo d'intesa con la Raffineria parlando di lavoro e di ricchezza, a questo punto noi di Milazzo Verde ci chiediamo, ma vogliamo ancora mandare a morire di cancro i nostri ragazzi all'interno di questa realtà?” Marano sostiene poi di essere pronto a implementare le denunce in procura “fino a quando non ci saranno le conclusioni indagini per fatti di illecito ambientale e getto di cose pericolose, e siamo pronti come comitati di cittadini a rivolgerci nelle procure distrettuali anti mafia”
L’associazione Adasc, presieduta da Giuseppe Maimone, ricorda come “tali eventi straordinari preoccupano la popolazione, particolarmente quella residente nei pressi dello stabilimento industriale, che ha ancora impresso nella mente il devastante incendio del 27settembre. Ieri la presenza di fumo nero è stata anche oggetto di contestazioni da parte di turisti presenti in città. Nelle prossime ore invieremo una nota a tutti i soggetti preposti alla tutela dell'ambiente e della salute pubblica”.
I comitati No Ram No Css parlano di immagini che riportano ad un anno fa: “fumo nero in cielo, puzza di benzine, la fiamma della fiaccola enorme e luminosissima. E noi, come sempre, dobbiamo stare tranquilli. Ce lo diranno di sicuro le istituzioni, lo confermano, d'altronde, la certificazione OHSAS 18001 che pone la RAM all’avanguardia in quanto a sicurezza e tutela della salute sul posto di lavoro, lo dice la stessa RAM in un suo comunicato, che ovviamente minimizza”.
Il sindaco di Milazzo, Giovanni Formica, dopo le diverse segnalazioni ha inviato una richiesta all’Arpa Messina e all’Arpa Sicilia affinché attivassero le procedure di legge: “Ho accertato personalmente l’accaduto, ricevendo segnalazioni da parte dei cittadini anche riguardo la presenza di odori nauseanti ed irritanti in particolare nel quartiere di San Pietro, e ho chiesto all’Arpa un intervento a Milazzo per verificare l’entità del possibile danno ambientale”.
L’Arpa è immediatamente giunta a Milazzo effettuando dei controlli nella città, all’interno della Raffineria e nel Comune di San Filippo del Mela. Si attendono ora i dati.
Serena Sfarmeli