Un futuro ancora pieno di problemi quello dei lavoratori della ex impresa “Garibaldi”. Gli ex dipendenti, dopo la perdita da parte della compagnia della gestione dello scalo, hanno deciso di costituirsi in cooperativa per poter subentrare nella gestione. Entra però in campo l’autorità portuale, che non ha ancora bandito il bando di gara; i lavoratori restano così senza lavoro, in attesa di un iter burocratico.
Il sindaco Pino, in merito a questa vicenda ha dichiarato come "è indispensabile che l’Autorità portuale si attivi tempestivamente a definire le procedure per il bando per l’individuazione della cooperativa fornitrice della manodopera all’interno del porto se vuole mantenere la pace sociale che ha garantito sino ad oggi l’ordinaria attività sulle banchine commerciali. Dopo che è esploso il caso della compagnia portuale, nelle varie riunioni è stato tracciato un percorso che ha indotto questi 30 lavoratori a costituire, sobbarcandosi ulteriori sacrifici, una cooperativa al fine di poter partecipare al bando dell’Autorità portuale per la fornitura di manodopera. Adesso questa possibilità non può essere messa in discussione a causa del possibile slittamento di tempo. Gli impegni assunti vanno mantenuti al fine di evitare strumentalizzazioni e sospetti. Questi lavoratori non possono rimanere disoccupati perché hanno delle famiglie da mantenere. Se i tempi per avviare la gara sono lunghi si trovino soluzioni alternative, operando magari attraverso società interinali. Non si può però lasciare alla discrezionalità dell’impresa portuale di turno il futuro di questi nostri concittadini che hanno pieno diritto di continuare a lavorare nel porto".
In difesa dei lavoratori anche il candidato sindaco Giovanni Formica, area Pd. “Ancora una volta l'Autorità portuale si rivela disinvolta quando c'è in gioco la tutela degli interessi di Milazzo. La vicenda dei portuali è inaccettabile. Qualcuno pensa di potere mettere in discussione il diritto al lavoro di chi si è sempre distinto per impegno e dedizione e chiede solo di portare a casa un dignitoso salario. Le difficoltà della Compagnia portuale erano note da tempo, eppure è prevalso il silenzio sino a quando i nodi sono giunti al pettine. Al momento di trovare soluzioni, anziché scegliere la concretezza, si è percorsa la strada delle promesse, invitando gli operatori a formare una nuova cooperativa e quindi a sostenere ulteriori spese per riprendere a lavorare. Quando tutto era pronto, il nuovo intoppo. Problemi sui tempi di gara, occorre attendere, si vedrà. Non è così che funziona. Il porto è dei milazzesi e nessuna ingerenza può essere accettata. Nè può passare l'idea che le operazioni commerciali si spostino a Messina, mortificando la storia gloriosa del nostro scalo. Occorre trovare una soluzione immediata per la vicenda dei lavoratori e poi bisogna aprire una discussione vera e dura sulle prospettive di sviluppo del porto di Milazzo. Nell'esprimere, quindi, piena solidarietà ai portuali, ribadisco la necessità di promuovere iniziative istituzionali a tutti i livelli per il giusto riconoscimento dei diritti dei nostri concittadini che non possono diventare vittime sacrificate sugli altari di altri interessi”.