Era uno sciopero già preventivato da settimane. La situazione degli operatori portuali di Milazzo è sempre più a rischio e dopo l'incontro con l'Autorità Portuale di Messina con i sindacati, le cose non sono migliorate. Lo scopero è stato quindi programmato e confermato, dal 3 al 5 maggio, anche per Milazzo, oltre i 500 lavoratori portuali di tutta la Sicilia.
“Il gruppo armatoriale Caronte & Tourist dallo scorso 17 Aprile ha iniziato ad effettuare in autoproduzione le operazioni portuali di rizzaggio e derizzaggio presso il porto di Milazzo, disdettando di fatto ogni accordo con l’attuale fornitore del servizio, ovvero l’impresa portuale G. Garibaldi S.R.L. causando inevitabili rischi occupazionali nel settore delle attività portuali della città mamertina."
Una iniziativa non condivisa e una pratica non prevista dalla normativa vigente secondo le segreterie di Fit Cisl, Uiltrasporti e Filt Cgil, che nel pomeriggio di ieri hanno incontrato il commissario dell’autorità portuale di Messina Comandante De Simone per porre all’attenzione dell'ente la problematica.
“Ci sembra di capire che non ci sia alcuna delibera, da parte dell’Autorità portuale riguardo l'espletamento in autoproduzione da parte delle compagnie armatoriali delle attività portuali, pratiche che riteniamo illegittime sotto ogni aspetto." Se così fosse – dichiarano i segretari provinciali di Filt Cgil – Fit Cisl e Uiltrasporti, Enzo Isgro, Letterio D'Amico e Angelo Cardaciotto – si tratterebbe dell’ennesimo tentativo da parte di Caronte & Tourist di forzare un già delicato quadro normativo e sociale, cercando di ottenere impropriamente maggior profitto mettendo a rischio oggi una decina di posti di lavoro nel porto di Milazzo, problematica che per analogia potrebbe aprirsi in svariate realtà siciliane.
Per questo, di concerto con le segreterie regionali – continuano D’Amico, Cardaciotto e Isgrò – chiediamo agli enti preposti di intervenire fermamente, limitando ogni tentativo di destabilizzare l’equilibrio attuale, bloccando quindi ogni autorizzazione all’autoproduzione rilasciata. La situazione che si è venuta a creare non ci lascia altra scelta – concludono i sindacalisti – di supportare il fermo di 72 ore previsto dal 3 al 5 maggio prossimi, dei 500 lavoratori portuali dell’isola”.